Circa otto milioni di persone nel mondo ogni anno muoiono a causa dell’inquinamento atmosferico. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ritiene questo problema ambientale come il più grande fattore di rischio esistente al mondo per la salute umana. Per questo motivo in molte città, in tutto il mondo, si stanno reintroducendo le piante al fine di contrastare sia l’inquinamento che i cambiamenti climatici da esso provocati. In pratica stanno sorgendo dei veri e propri “quartieri polmone”, dove il verde urbano viene programmato anche in funzione di difesa della salute dei cittadini. Il perché è molto semplice da spiegare: per crescere ogni specie vegetale ha bisogno essenzialmente di tre elementi, il sole, l’acqua e l’anidride carbonica (il principale gas climalterante). Recentemente si è cominciato a studiare anche la capacità che hanno alcune piante di eliminare o comunque attenuare la presenza di determinati inquinanti negli ambienti chiusi.
MANGIANO POLVERI E TOSSINE 
A conferma di questa caratteristica, un recente studio della NASA, l’Ente statunitense per lo studio dello Spazio, ha dimostrato che le piante utilizzano anche altri inquinanti, tipo gli ossidi di azoto e il particolato, nel processo di crescita. Tra queste pericolose sostanze c’è anche un gruppo di tossine, i composti organici volatili (COV), che risultano determinanti per la qualità dell’aria che respiriamo: in pratica è stato dimostrato che le piante diventano dei veri e propri filtri naturali, che per vivere abbattono e purificano l’aria dall’inquinamento.
Nello stesso studio la NASA ha inoltre valutato anche una serie di piante in grado di rendere pulita l’aria respirata dagli astronauti dentro le navicelle spaziali. Piante che oggi possono essere utilizzate per fare la stessa cosa all’interno dei nostri ambienti domestici. Anche se non ce ne accorgiamo, nelle nostre case e negli uffici in fondo siamo esposti quotidianamente alle esalazioni dei prodotti che usiamo per pulire pavimenti, vetri e piatti, ai fumi e gas di combustione dei fornelli, alle esalazioni delle vernici dei mobili, alle emissioni di deodoranti vari e altro ancora.
Qui di seguito indichiamo un elenco di piante “trappola”, ossia filtri naturali che possono avere anche una funzione ornamentale, in grado di assorbire le particelle più pericolose per la nostra salute nelle nostre abitazioni e negli edifici dove passiamo molto tempo.
FALANGIO CONTRO LA FORMALDEIDE 
Il Falangio, detto anche clorofito o nastrino, è una pianta molto efficace nella decomposizione di sostanze tipo la formaldeide: un elemento chimico che è presente nei truciolati, nelle vernici e nei rivestimenti dei mobili, negli adesivi e nel fumo di tabacco. In concentrazioni elevate, la formaldeide può provocare irritazioni delle mucose, tosse e mal di testa.
SPATIFILLO ANTIBENZENE
Lo Spatifillo, una pianta originaria del centro America, è un buon “catturatore” del benzene che può essere collocato in prossimità delle apparecchiature elettroniche (in particolare dei computer che restano accesi per lungo tempo). Ma fa fuori pure la formaldeide, il tricloroetilene (trielina) ed è efficace contro toluene e xilene, presenti in vernici e solventi.
Anche la palma di bamboo (Chamaedorea sefritzii) assorbe bene il benzene e il tricloroetilene, oltre a neutralizzare la formaldeide.
DOVE FUMATE…
L’Efeutute invece viene utilizzata tantissimo nei pub, perché cresce velocemente ed è in grado di assorbire la nicotina, oltre agli odori chimici dei mobili. È comunissima ed è nota anche con i nomi di Potos o Scindapsus. Per la nicotina vanno bene anche il Fico piangente (Ficus Benjamina), la Sanseveria – anche detta Lingua di Suocera – e l’Edera, che a loro volta sono ottimi assorbitori di altre sostanze nocive: fenoli, vapori di solventi e non solo.
… O DOVE FATE MANICURE
La Dracena, detta anche albero del drago, è una pianta “filtro” che cattura velocemente l’acetone, presente nello smalto per le unghie e in altri prodotti da pedicure. Altre piante assai comuni che purificano l’aria sono: l’Aloe barbadensis Miller, che funziona bene contro formaldeide e benzene e l’Aglaonema (Aglaonema Crispum Deborah) la quale “filtra” diversi tipi di inquinanti
In città i muri verdi anti co2
La città di Dresda, in Germania, accogliendo un’idea di quattro giovani imprenditori locali (foto qui sotto), ha installato delle strutture verticali, alte quattro metri, fatte di piante e muschio. Si tratta di veri e propri pezzi di muro vegetale, ognuno dei quali forma una superficie verde di 14,5 metri quadrati e combinate con la modernissima tecnologia IoT (Internet of Things, Internet degli oggetti). Ognuna di queste strutture risulta capace di assorbire la stessa quantità di anidride carbonica e particolato (le famigerate polveri sottili che inducono le autorità a provvedimenti di chiusura del traffico) che utilizzerebbero 275 alberi per la loro crescita. Con ogni CityTree, inoltre, l’impronta di carbonio annua si riduce di fino a 240 tonnellate. Rispetto ai normali alberi cittadini, il compatto CityTree ha bisogno di una superficie inferiore del 99% ed è del 95% più economico.
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