La bella ragazza sorridente ritratta in questa foto può essere considerata la leader delle città italiane che sono già nel futuro. E’ Isabella Conti ed è la Sindaca di San Lazzaro di Savena, un Comune di circa 33mila abitanti vicino a Bologna. E’ stata rieletta lo scorso anno con quasi l’81% dei voti e con un’affluenza relativamente alta (73%). La sua coalizione, formata da tre liste civiche dove solo una conteneva il simbolo di un partito tradizionale (quello del PD) ha ottenuto 20 dei 24 seggi del Consiglio comunale. I partiti del centro-destra, che si sono presentati con una lista unica contenete i simboli di Lega – Salvini, Forza Italia e Fratelli d’Italia, hanno ottenuto in tutto 3 seggi, mentre solo uno è andato al Movimento 5 Stelle che in precedenza ne aveva 2. Era già stata eletta Sindaca nel 2014 con quasi il 59% dei voti, ma cinque anni dopo il consenso dei suoi concittadini è salito del 22%. E’ un dato molto interessante da analizzare perché le elezioni amministrative del 2019 si sono tenute lo stesso giorno delle europee. Elezioni nelle quali a livello nazionale e regionale ha dominato la Lega di Matteo Salvini. Un dominio che però non ha interessato minimamente San Lazzaro di Savena, cosi come altri della zona. Che cosa hanno di particolare queste amministrazioni per aver ottenuto un consenso così ampio? Sono tutti Comuni che hanno deciso di aderire all’iniziativa “Città di Transizione”. Un movimento fondato circa 15 anni fa dall’ambientalista inglese Rob Hopkins per raccogliere ed affrontare la grande sfida globale legata ai cambiamenti climatici e che poi si è estesa anche alle altre sfide planetarie che interessano la nostra epoca. Il movimento sta crescendo di anno in anno e rappresenta ormai un punto di riferimento per un altro modo di fare politica. L’amministrazione che aderisce alla filosofia delle Città di Transizione in sostanza, si impegna a portare avanti progetti sviluppati con e per la comunità locale stando in rete con le altre comunità. E l’amministrazione guidata da Isabella Conti di iniziative del genere ne ha messe in campo parecchie in questi anni. Sul “pallottoliere” si contano decine e decine di attività di volontariato.
Tra i progetti più interessanti c’è quello della “Comunità Energetica” che è nata per promuovere progetti per la generazione di energia da fonti rinnovabili. Di fatto è un’associazione di cittadini, anche non residenti, che inizialmente hanno acquistano e/o prenotano una o più quote del valore di 250 euro ciascuna, fino all’ammontare della somma necessaria per realizzare un impianto fotovoltaico che poi è stato installato sul tetto della scuola elementare “Fantini”. Una volta realizzato, l’impianto è stato ceduto dall’associazione al Comune di San Lazzaro che lo sta utilizzando per produrre energia elettrica. L’iniziativa è partita circa dieci anni fa, quando in Italia c’erano ancora i contributi statali per la produzione energetica da fonti rinnovabili: cioè l’incentivo conto energia del Gestore dei Servizi Energetici GSE, più il cosiddetto “scambio sul posto”. Di conseguenza il Comune si è impegnato a girare annualmente questi proventi all’associazione (per i 20 anni di durata del contributo stesso), che poi a sua volta ha provveduto a ripartirli tra i soci.
Una volta che sarà terminata questa incentivazione (tra dieci anni) non cesseranno però i guadagni per la comunità perché l’impianto continuerà a produrre energia che altrimenti dovrebbe essere acquistata all’esterno. Per questo, visti i consistenti cali dei costi di installazione che si sono verificati nel frattempo, il guadagno economico già oggi è garantito anche senza incentivi. L’iniziativaa ha avuto molto successo. Di quote ne sono state raccolte 324 per quasi 50mila euro e quindi sono “avanzati” oltre 30mila che sono stati destinati ad un secondo progetto.
Il risultato è stato che, investendo una piccola somma che si incrementa nel tempo con l’acquisto di titoli di Stato, i cittadini hanno contribuito direttamente alle politiche sul risparmio energetico, al minor inquinamento, alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla riduzione della spesa pubblica. I risparmi sulla bolletta sono stati poi indirizzati per altri progetti in ambito scolastico e/o per servizi alla persona.
Si comprende facilmente quindi che si tratta di un modo intelligente di fare investimenti che l’amministrazione locale ha prontamente assecondato. Il ruolo del Comune infatti è stato determinante essendo il proprietario della scuola e successivamente, diventandolo anche per l’impianto, l’intestatario del contratto di acquisto dell’energia prodotta.
A questo primo progetto poi si sono ispirati tutti gli altri: il biomercato, l’orto delle meraviglie, l’agricoltura di comunità, la festa del dono e del baratto, i corsi di condivisione e approfondimento sulle “Città di Transizione”, percorsi di inclusione sociale e tanto altro ancora. Anche in questo periodo di pandemia la Sindaca di San Lazzaro si è distinta per sensibilità amministativa. La mamma di una bambina con disfunzioni dell’apparato uditivo le aveva fatto presente che con le mascherine tradizionali sua figlia non poteva più leggere il labiale dai movimenti della bocca degli altri bambini. Pensandoci bene poi queste mascherine nascondono anche i sorrisi, le espressioni e le emozioni dei compagni di classe e degli adulti ai bambini autistici. Soluzione? Mascherine trasparenti per tutti, bambini e maestre, per dare all’umanità un futuro migliore e che sia anche più forte della pandemia.
In Italia la legge non ammette di essere rieletti dopo il secondo mandato da Sindaco/a nelle città sopra a 15mila abitanti. Se sarebbe possibile, probabilmente il consenso alla Sindaca di San Lazzaro di Savena alle prossime elezioni aumenterebbe ancora di più. Restano comunque le cose fatte in favore della sua comunità. Questo dovrebbe essere l’appagamento più importante per chiunque si occupa di politica.
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