La pandemia sta portando alla luce la più grande crisi di democrazia della storia umana. Personaggi autoritari e spacconi, arrivati al potere con astuzie mediatiche e percorsi poco trasparenti, stanno assumendo decisioni ridicole e drammatiche allo stesso tempo, usando come pretesto la necessità di proteggere la popolazione dal Covid 19. Il lato curioso e divertente di questa storia è che ad essere infettati e a vedersela brutta sono proprio loro: quelli che per primi hanno dato poco importanza alle misure di prevenzione, contribuendo alla rapida diffusione del coronavirus in tutto il pianeta. Sono gli stessi negazionisti delle altre emergenze, quella climatica soprattutto, rispetto alle quali continuano ad esasperare le cause che le hanno prodotte con la politica del non far nulla.
Ad aprire questa rassegna non può che essere in neo-infettato Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Non contento di riaprire la strada per l’esplorazione di petrolio, carbone e uranio nelle aree protette dell’Alaska e nella Groenlandia (anche se questo territorio in realtà fa parte della Danimarca), da negazionista convinto dell’emergenza climatica, nello scorso mese di aprile ha firmato una ordinanza presidenziale “esecutiva” (cioè applicabile immediatamente) che permette l’estrazione di minerali prima sulla Luna, poi su Marte e in pratica in tutto l’Universo. L’ordinanza prevede infatti che partner commerciali partecipino a un “programma innovativo e sostenibile” gestito dagli Stati Uniti al fine di “guidare il ritorno degli esseri umani sulla Luna per l’esplorazione e l’utilizzo a lungo termine dei materiali presenti nel suolo e sottosuolo, seguito da missioni umane su Marte e altre destinazioni”. Oltre ai minerali è previsto il recupero di altre importanti risorse, tipo l’acqua, che nel nostro pianeta stanno diventando sempre più scarse e inquinate. Solo l’aria pulita sembra che non sia ancora contemplata nell’ordinanza. Sta di fatto comunque che per raggiungere questi corpi celesti e riportare indietro le risorse estratte, è prevista una collaborazione “con entità commerciali” private: ovvero, le stesse che stanno colonizzando lo spazio intorno al pianeta. La cosa ulteriormente ridicola sta nel fatto che gli Stati Uniti, così come avvenuto con i protocolli di Kioto e di Parigi sul clima, non hanno mai ratificato il cosiddetto “Accordo sulla Luna”, siglato nel 1979, che stabiliva un contesto giuridico per l’eventuale recupero e uso delle risorse extraterrestri da parte degli Stati nazionali. In sostanza Trump ha deciso che tutto ciò che nel futuro è recuperabile sul satellite della Terra, nel sistema solare dove è inserito il pianeta, nella Via Lattea (la nostra galassia) e nell’infinito dell’Universo, è roba sua.
Adesso il Covid 19 ha costretto Trump ad occuparsi di una cosa molto più terrena e che interessa ormai milioni di persone: cercare di guarire e sopravvivere. Chissà se nella terapia che gli stanno applicando c’è anche quella “iniezione di disinfettanti” di cui aveva parlato negli stessi giorni in cui firmava questa strampalata ordinanza che individua all’esterno le soluzioni degli enormi problemi che ci sono su questo pianeta.
Il secondo posto di questa particolare rassegna lo dobbiamo attribuire al primo ministro inglese Boris Johnson e alla sua idea iniziale dell’immunità di gregge. Per affrontare la pandemia in sostanza non si doveva fare nulla perché sarebbe bastato far contagiare il 60% dei cittadini britannici e la situazione si sarebbe risolta naturalmente, anche se (parole sue) con “la morte di tanti cari”. Da notare anche qui un ulteriore lato ridicolo della vicenda: il suo potentissimo e intoccabile consigliere Dominic Cummings, è indagato perché, avendo a sua volta sviluppato i sintomi del coronavirus, ha violato con un viaggio di 400 kilometri il lockdown per portare suo figlio di 4 anni dai nonni. Il primo ministro inglese non solo ha giustificato pubblicamente una idiozia del genere, ma l’ha pure difesa. Uno dei motivi di tali dichiarazioni sta sicuramente nel fatto che Cummings è colui che ha “impacchettato” il regalo “bufala” per l’intero Regno Unito chiamato Brexit. Dentro quel pacco che taglia i rapporti giuridici con l’Unione Europea, ci sono anche tutti i vincoli ambientali che costringono gli Stati membri ad adottare drastiche misure economiche contro il riscaldamento globale. E il Regno Unito, non ce lo scordiamo, è ancora un importante paese produttore di petrolio. Anche in questo caso quindi, si scaricano all’esterno problemi per lo più interni.
Della compagine dei leader negazionisti, spacconi e populisti infettati dal Covid 19 e che sono stati, anche nel recente passato, al governo delle nazioni che non intendono assumersi alcuna responsabilità per ridurre le emissioni di gas serra pur di continuare a fare gli interessi di coloro che li hanno messi al potere, ci sono poi: il presidente del Brasile Jair Bolsonaro, fautore dell’ulteriore disboscamento della foresta amazzonica; il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko , colui che ha promesso che avrebbe “spezzato le reni al Covid”; il Premier russo Mikhail Mishustin; l’ex Presidente del Consiglio dei Ministri italiano Silvio Berlusconi; in India il vicepresidente M. Venkaiah Naidu e il Ministro degli Interni Amit Shah, numero 2 nel governo del primo ministro Narendra Modi; il Miministro della Salute israeliano Yaakov Litzman, leader nella comunità ultraortodossa. Solo per fare alcuni nomi. In ognuno di questi paesi a fare le spese anche del coronavirus sono soprattutto le persone più vulnerabili già vittime dell’inquinamento, del riscaldamento globale e degli altri disastri ambientali negati dai loro governi nazionali. Governi al cui vertice ci sono soggetti che invece di guardare in faccia la realtà, come sono stati costretti a fare una volta risultati positivi al Covid 19, continuano a far credere che i problemi della Terra si risolveranno con progetti ridicoli. Tipo realizzare le miniere sulla Luna.