I cocomeri che quest’anno si sono potuti comprare al prezzo di un centesimo al chilo, anche se per un solo giorno e in una sola catena di supermercati. La salsa di pomodori a 59 centesimi, le patate a 85 centesimi, mele e banane a 89 centesimi, sempre di euro al chilo, e un litro di latte che costa meno di venti anni fa. Questi sono i prezzi che si possono trovare in questa stagione di Covid 19 nei punti vendita della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) della nostra zona. Si tratta di prezzi promozionali e prezzi “civetta” che sono classificati giuridicamente come “sotto costo”: perché non hanno alcuna corrispondenza tra il prezzo di acquisto all’ingrosso e quello di rivendita al pubblico. E già qui sorge spontanea una domanda: dove sta la convenienza commerciale di queste offerte?
Le catene della grande distribuzione in sostanza ci fanno pagare di meno, di tanto in tanto, quei prodotti stagionali che acquistano a buon mercato dai grossisti o direttamente dai produttori. Per queste aziende (che devono comunque curare i loro interessi, non c’è dubbio) è comunque un affare che attrae consumatori soddisfatti di poter fare la spesa con prodotti a così buon mercato. Il problema resta però in carico a tutti noi cittadini. Ci siamo mai domandati perché gli alimenti di largo consumo che mettiamo quotidianamente sulle nostre tavole, soprattutto frutta e verdura, costano così poco? In altre parole: prezzi così bassi non nascondono per caso dei costi che ci stanno comunque facendo pagare a nostra insaputa? Per esempio, sfruttando la mano d’opera a basso costo dei disperati di questo pianeta e continuando a saccheggiare le risorse della Natura? Intanto facciamo due conti e poi ognuno potrà farsi una propria opinione.
Per eseguire questa inchiesta abbiamo preso a riferimento i pomodori della varietà “San Marzano”, molto apprezzata dai consumatori italiani, con i prezzi del periodo di offerta in cui pubblichiamo questo articolo. Sono gli stessi pomodori con i quali si ottiene la salsa che, come indicato all’inizio, una catena di supermercati ci sta vendendo oggi a 59 centesimi di euro. Il prezzo comprende in contenuto (la stessa salsa) e il contenitore: una bottiglia già prezzata che oltre all’involucro di vetro, comprende anche il costo della trasformazione del prodotto, dell’etichettatura e della sigillatura del contenuto.
L’osservatorio nazionale italiano dei prezzi all’origine, ci dice che questi pomodori in media sono stati pagati nello scorso mese di agosto 2020 al valore di 35 centesimi al chilo. Il dato non distingue se il prezzo è riferito a una raccolta manuale o meccanica. Già da questo dato comunque, visto che rappresenta circa il 60% del costo finale pagato dai consumatori nel supermercato preso a campione, è evidente che i conti complessivi non tornano.
Infatti, per avere una produzione soddisfacente di prodotto trasformabile in salsa di pomodoro da un ettaro di terreno (almeno 70 tonnellate), occorrono circa mille ore di lavoro, ad un costo complessivo (se la raccolta è manuale e l’operaio è in regola) di circa 15 euro l’ora. La moltiplicazione ci da il dato di 15mila euro/ettaro solo per la mano d’opera eventualmente regolarizzata. Poi bisogna aggiungerci i costi dei prodotti chimici per la fertilizzazione, i pesticidi per la difesa della coltura da parassiti e patologie, l’irrigazione e le inevitabili perdite di prodotto per altre cause all’atto della raccolta: perdita che nella forma di raccolta meccanica è molto più elevata di quella manuale. Nella somma vanno poi aggiunte le spese del trasposto alle industrie di lavorazione, oltre a quelle della trasformazione e commercializzazione. Spese che andrebbero integrate con i danni che questo modello di produzione sta arrecando anche all’ambiente, ma su questo non vogliamo appesantire ulteriormente il ragionamento.
A conti finali quindi risulta che il costo complessivo che stiamo pagando per l’acquisto dei prodotti a così buon mercato è molto superiore di quello che paghiamo alla cassa del supermercato.
Sta a noi, con le nostre scelte quotidiane di consumo e con le nostre scelte politiche (l’unica effettiva arma pacifica che abbiamo a disposizione), adottare le opportune contromisure. Nelle prossime elezioni, teniamo bene in conto (in tutti i sensi) chi ci parla solo degli aspetti superficiali di questo enorme problema, senza dirci nulla su questi numeri. Ne riparleremo con altri articoli su questo sito.
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