Sono storie di persone “ordinarie”, tutte già socialmente impegnate, che a un certo punto della loro vita decidono di prendere il potere nelle loro città, al di fuori del sistema dei partiti politici, vecchi o presunti nuovi che siano. Lo fanno perché non possono più sopportare passivamente il dilagare delle ingiustizie sociali, delle disparità economiche che rendono i poveri sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi, della corruzione, del malgoverno e dell’incompetenza amministrativa. Lo fanno anche perché di fronte a tutto ciò che sta accadendo a livello mondiale, non ultima la pandemia da coronavirus, l’attuale classe politica globale sostanzialmente non sta facendo nulla rispetto alle tante, troppe emergenze che stanno portando questo pianeta al collasso. Della partita fa parte anche il contrasto al diffuso disimpegno apatico, al “chi se ne frega, tanto sono tutti uguali”, che sempre più spesso accompagna la scelta degli elettori di non recarsi a votare. Questo sito è nato anche per questo: per raccontare le tantissime esperienze che, in base alla filosofia “pensare globalmente, agire localmente”, in ogni angolo del mondo stanno spuntando come funghi, quindi solo apparentemente dal nulla, per cambiare radicalmente il governo delle loro comunità e dell’economia globalizzata. E ci stanno riuscendo, malgrado gli insuccessi e le grandi difficoltà incontrate nel percorso: situazioni fisiologiche per ogni rivoluzione.
Abbiamo già raccontato le esperienze di Barcellona e delle altre realtà spagnole nate dal movimento degli “Indignados” (Le alternative politiche per risolvere la crisi globale ci sono); quella di Grenoble e del “sorprendente” risultato ottenuto dai movimenti municipali locali, insieme ai partiti verdi e rossi, nelle elezioni amministrative francesi del settembre scorso (Sindaci senza paura delle multinazionali: il ritorno all’acqua pubblica e Vincere le elezioni dal basso e sconfiggere il populismo); quella della piccola città alsaziana di Ungersheim, sempre in Francia, dove nessun altro candidato riesce ad avvicinarsi al consenso attribuito da trenta anni all’attuale Sindaco Jean-Claude Mensch (La “magia” dei luoghi che sono già nel futuro); quella australiana, che si è coagulata intorno alle organizzazioni di volontariato caritatevoli, umaniste e ambientaliste (Passare dalla protesta alla proposta: il caso australiano).
Ci siamo anche occupati anche dello sconosciuto caso di Frome, in Inghilterra (Nella “tana del drago”, nuovi modi (vincenti) di fare politica) dove la comunità locale ha letteralmente sbattuto fuori dal Consiglio Comunale tutti i rappresentanti dei vecchi partiti tradizionali: conservatori, laburisti e liberal-democratici. Un caso quest’ultimo che è stato prontamente emulato in altri Comuni della stessa regione (la contea del Somerset) e che ora è diventato un movimento che rischia di scardinare alla base l’intero sistema politico del Regno Unito già a partire dalle elezioni amministrative del prossimo anno. Vale a dire che dopo la morte politica di Donald Trump, anche il signor Boris Johnson e tutti gli altri sovranisti/populisti di questo mondo, inutili opposizioni incluse, rischiano di fare la stessa fine. E noi siamo ben lieti, con questi articoli e queste informazioni, di dare una mano affinché tutto ciò accada effettivamente.
Come detto, tutto è partito dalla città Frome nel 2011 dalla lungimirante comunità locale (molto vocata da sempre al volontariato e all’impegno sociale) che ad un certo punto si è stufata della vecchia politica ed ha deciso mi mettere nel ruolo di Sindaco uno di loro. La loro lista, una divertente banda si scalmanati molto motivati e competenti, dopo aver ottenuto la maggioranza assoluta nel primo mandato (2012) ottenendo l’elezione di 10 Consiglieri sui 17 totali, con il secondo ha ottenuto il 100% degli eletti in Consiglio Comunale. Cosa successa in modo completamento pacifico e consensuale, attraverso assemblee pubbliche mensili (una di queste è quella che si vede nella foto di apertura) e che neanche le peggiori dittature al mondo, sanguinarie e violente, sono mai riuscite ad ottenere.
Peter Macfadyen, il primo consigliere e poi primo Sindaco “alternativo” di Frome, ha passato una vita nel settore della giustizia sociale e a stare dalla parte degli ultimi. Ha lavorato prima come giardiniere e poi con le organizzazioni dei diritti dei disabili in Africa e in India. Con l’organizzazione Comic Relief (una straordinaria associazione di attori che raccoglie fondi, facendo divertire i partecipanti, che investe il denaro raccolto in progetti sociali) negli ultimi 20 anni, prima di andare in pensione, si è occupato delle sovvenzioni per il finanziamento e il supporto ai progetti che puntano a ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici sui poveri.
Dopo una cosi lunga esperienza da attivista e ambientalista nel mondo, una volta raggiunta l’età pensionabile, evidentemente non poteva restare indifferente a ciò che succedeva (meglio dire, non succedeva) nella sua comunità di origine e di ritorno. Ha così fondato l’organizzazione Sustainable Frome ed è diventato Direttore della Frome’s Renewable Energy Co-op. Le sue attività da pensionato si sono riversate sul riciclaggio dei rifiuti, il riutilizzo dei prodotti arrivati a fine ciclo produttivo e/o inservibili, sul cibo biologico e sulla buona cucina, oltre che a fare il nonno e a spostarsi solo in bicicletta o a piedi. Naturale che tutto ciò contribuisse alla formazione di “Independents for Frome” (IfF), l’organizzazione politica che poi ha letteralmente “sbancato” il Consiglio Comunale della città, ottenendo poi dei risultati amministrativi ed economici straordinari (ci torneremo in un prossimo articolo). Per spiegare come ha fatto la sua “banda” ad ad andare al potere della città Macfadyen, ha scritto un primo libro nel 2014 (Flatpack Democracy) che ha poi aggiornato nel 2019 per illustrare l’esperienza fatta una volta terminato l’incarico di Sindaco (Flatpack Democracy 2.0). Ma evidentemente questa storia non poteva finire qui, visto che Peter, di fatto, ha fatto della sua vita una costante ricerca per riunire e organizzare su obiettivi comuni le persone, i gruppi e le associazioni.
Insieme ad altre organizzazioni inglesi che hanno l’obiettivo di rifondare la politica dal basso (The Trust of People, Extinction Rebellion, The Alternative UK e altre ancora) e vista anche l’esperienza fatta dalle numerosissime organizzazioni di volontariato che hanno supportato il governo centrale a fronteggiare l’emergenza Covid 19 (annullando di fatto la stupida idea iniziale del governo centrale sulla “immunità di gregge”), ha lanciato l’iniziativa Flatpack 2021: che consiste nell’organizzare gruppi di persone, comunque impegnate soprattutto come volontari che non avrebbero mai pensato di poter aiutare a migliorare in modo significativo la loro vita e quella dei loro concittadini, facendosi eleggere in Consiglio Comunale. Le elezioni municipali in Inghilterra, pandemia permettendo, si terranno la prossima primavera. Per sostenere i gruppi in tutte le fasi, dalla costituzione alla presentazione alle elezioni, è anche stato istituito un team di consulenti volontari. Le adesioni all’iniziativa stanno aumentando di settimana in settimana e si è già formata quella che Peter Macfadeyn chiama una “flottiglia di piccole navi sui mari agitati del cambiamento.” Una flottiglia che è destinata a contribuire al positivo contagio del cambiamento dal basso in tutto il mondo per costruire finalmente una vera democrazia in questo pianeta sull’orlo del baratro.
Ecco perché i sovranisti/populisti, incompetenti, arroganti e incapaci, ma anche le loro inutili e spesso accondiscendenti opposizioni politiche, malgrado il Covid 19, faranno bene a preoccuparsi della loro salute politica.