Di fronte a ciò che accade quando si scatenano le tempeste di vento, gli uragani, le inondazioni, i terremoti, gli “tsunami” e i collassi strutturali delle costruzioni, sembrerà del tutto inverosimile l’indicazione contenuta nel titolo di questo articolo, visto che c’è una irreversibile fatalità nelle cose che accadono, alle quali sembra impossibile trovare una risposta efficace.
In realtà il mondo scientifico internazionale sta cercando di trovare delle soluzioni definitive a questi fenomeni naturali e/o artificiali che periodicamente colpiscono duramente le popolazioni coinvolte, con i relativi strascichi di distruzione e morte: vedasi, non da ultimo, il crollo del Ponte Morandi a Genova.
E come sempre spesso accade, le soluzioni si vanno a cercare e sempre più spesso si trovano in altri fenomeni naturali, molte volte insignificanti all’apparenza, che rendono possibili cose che allo stato attuale della nostra ignoranza dovrebbero essere impossibili.
Qualcuno, quindi, nel passato andava cercando la possibilità di incorporare materiali con alta flessibilità torsionale e resistenza strutturale nei progetti di costruzione di edifici, ponti e altre infrastrutture al fine di rendere le costruzioni più resistenti agli eventi catastrofici. Qualcun altro ancora stava cercando di capire come rendere meno traumatici eventi fisici devastanti per l’organismo umano, tipo la collisione di un’automobile contro un palo della luce.
Poi è arrivato qualcuno che ha cominciato a domandarsi come mai i picciòli degli alberi di banano, che in realtà sono una delle più grandi erbe esistenti al mondo, pur essendo molto piccoli e rigidi, riescono a supportare il grande peso delle foglie e riescono al contempo a torcersi in ogni direzione pur in presenza di venti molto forti, senza subire perdite, garantendo alle stesse foglie di restare attaccate al tronco. Ricordiamo che il picciòlo è l’elemento vegetale che tiene attaccati al fusto e ai rami sia i frutti che le foglie.
Allo stesso tempo altri ricercatori hanno scoperto un’altra caratteristica particolare della pianta/erba del banano. I fiori e i relativi frutti crescono inizialmente verso il basso, salvo poi crescere verso l’alto per arrivare a maturazione in un apparente contrasto rispetto alla forza di gravità (il fenomeno fisico cosiddetto “gravitropismo”): è questa caratteristica biologica ha fornire alle banane la loro caratteristica forma incurvata.
Dunque alla apparentemente debole pianta/erba del banano riesce “facile” resistere ad eventi molto estremi senza subire notevoli danni e a sopportare il peso dei suoi frutti (un “casco” di banane pesa mediamente circa 35 – 40 kg) pur essendo comunque un materiale vegetale destinato alla decomposizione, così come accade a tutti gli esseri viventi.
In estrema sintesi, il picciolo della banana sembra essere un eccellente esempio di progettazione meccanica integrata naturale e dato che nel loro complesso le fibre di questa pianta/erba sono disponibili in tutto il mondo come rifiuti agricoli provenienti dalla sua coltivazione e non costano quasi nulla pur avendo una elevata resistenza alla trazione e alla torsione, oltre ad essere resistenti all’acqua e al fuoco; per questo alcune Università in giro per il mondo stanno sperimentando di inserirle nei materiali da costruzione.
Scopo delle sperimentazioni, che sono già a buon punto, è ottenere conglomerati per uso edilizio in cui vengono inserite fibre di banana in grado di resistere persino ai terremoti.