Raccontate al contrario le bugie possono smascherare molte verità nascoste e questa opportunità potrebbe diventare un potente strumento di attivismo politico. Le fake news ormai da anni vengono usate massicciamente dai leader populisti per arrivare al governo e mantenere il potere in molte nazioni del mondo. Che sia vero o falso quello che dicono, a volte anche oltre il limite del delirio, questi soggetti sanno perfettamente che moltissime persone ascolteranno attentamente le loro parole, prendendole sul serio e alla lettera. Questo palese abuso di potere, il 6 gennaio scorso (giorno dell’insediamento del nuovo Congresso USA), ha fatto sposare a migliaia di suprematisti bianchi americani la “grande teoria della sostituzione”, cioè brogli elettorali, propinata alla folla dall’ex Presidente Donald Trump e amplificata dall’emittente televisiva Fox News. Accoppiata che aveva già fatto credere ai loro concittadini altre falsità, tra le quali quella di negare la realtà sul Covid 19 e dell’inesistenza dell’emergenza climatica sul nostro pianeta. Ma proprio per questi soggetti l’abuso di notizie false potrebbe rivelarsi presto, grazie all’arguzia e alla creatività degli attivisti ambientalisti, una sorta di “predazione biologica”, cioè una fonte di cibo culturale e ispirazione per i loro avversari. Le fake news satiriche rivelano l’incompetenza e l’impreparazione di questi leader, in particolare nell’affrontare e risolvere tutte le più importanti questioni ambientali e sociali sul tappeto: dall’emergenza climatica alle diseguaglianze economiche, dalle discriminazioni di genere all’eliminazione della povertà estrema. Lo stesso discorso vale anche per i grandi gruppi industriali internazionali (in particolare quelli dell’agro-chimica) e dei colossi finanziari “padroni” dell’economia globalizzata. Intendiamoci: sia le notizie false che le notizie satiriche sono bugie, ma la differenza fondamentale sta nello scopo per il quale vengono usate. Le notizie false vengono create per fuorviare intenzionalmente coloro che le ascoltano, mentre la satira si basa su storie di fatto errate appositamente per ridicolizzare ed e denunciare comportamenti ingannevoli e deplorevoli. Qui sta il rapporto tra predatore e preda.
Gli antesignani di questo contro-potere del ridicolo intelligente usato a fini di smascheramento del potere ufficiale sono sicuramente gli “Yes Men” Jacques Servin e Igor Vamos : due attivisti ambientalisti e anti-neoliberisti americani, meglio conosciuti con gli pseudonimi Andy Bichlbaum e Mike Bonanno. Già da 15 anni organizzano “bufale politiche” di alto profilo per evidenziare gli eccessi delle liberalizzazioni, soprattutto quelle dei servizi pubblici, e del capitalismo predatorio. La loro idea di fondo è molto semplice: prendere le affermazioni, i documenti e le idee delle aziende e delle istituzioni che intendono combattere, per contro-denunciarle pubblicamente evidenziandone le incongruenze, i difetti e le palesi falsità rispetto agli obiettivi dichiarati. La prima iniziativa che li ha resi famosi è stata quella del 2000 quando hanno creato un sito web fasullo (gatt.org) che imitava molto quello dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). All’epoca erano in corso le contrattazioni a livello internazionale per l’aggiornamento dell’accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio firmato nel 1948 e meglio conosciuto come GATT (General Agreement on Tariffs and Trade): da qui la sovrapposizione dell’acronimo del sito fasullo. L’aggiornamento dell’accordo, previsto per il 2001, prevedeva la liberalizzazione a livello globale sui prezzi dei prodotti agricoli, dei beni industriali e dell’assegnazione dei servizi (inclusi quelli essenziali, tipo l’acqua). Anche grazie alle iniziative dei cosiddetti “No Global” (in particolare Seattle 1999 e Genova 2001) quell’accorso non andò in porto. Anche il falso sito creato dagli “Yes Men” però diede un significativo contributo. Con molta sorpresa degli stessi autori, molte persone pensarono che il sito web fosse autentico e così Jacques Servin, con il nome di Bichlbauer, fu invitato a parlare al vertice dell’OMC nel maggio 2000 a Salisburgo, in Austria. Nessuno si accorse che in realtà Servin non era un funzionario dell’Organizzazione, malgrado il suo intervento apparentemente sconclusionato.
I due attivisti sono stati invitati anche ad altre conferenze nella quali sostennero altre tesi provocatorie, fino a quando sostennero in incontro con studenti finlandesi che per sradicare la fame nel mondo è necessario fornire ai poveri dei filtri per riciclare i loro escrementi in cibo. Nell’ultima conferenza tenuta come rappresentanti dell’OMC, gli “Yes Men” a Sydney, in Australia, sostennero che stessa Organizzazione Mondiale del Commercio sarebbe stata sciolta e sostituita da una nuova organizzazione. Questa nuova organizzazione avrebbe assicurato a tutti i cittadini del mondo che tutte le aziende e le società presenti sulla Terra si sarebbero comportate in modo responsabile, sia nei loro confronti che del pianeta. L’annuncio è stato accolto con un grande applauso dal pubblico presente: scattò così la cosiddetta trappola per i soggetti da intrappolare prevista dalla predazione biologica. Solo quando poi lo stesso annuncio fu riportato dalla stampa internazionale i veri rappresentanti dell’OMC si preoccuparono di smentirlo, ma ormai il danno era fatto. Per anni si parlò di quella “bufala” in cui erano caduti i vertici del commercio globale. Da allora Jacques Servin e Igor Vamos si convinsero dell’importanza di portare avanti azioni del genere con gli attivisti sulle grandi questioni sociali e ambientali del pianeta. Nel 2004, si erano travestiti da gruppo impegnato nella rielezione di George W. Bush Jr. ed hanno viaggiato per gli Stati Uniti incoraggiando gli americani a firmare un “impegno patriottico” in cui si impegnavano ad ospitare un sito di stoccaggio di scorie nucleari vicino alle loro case, mandando i loro figli in guerra all’estero, rinunciando ad alcuni dei loro diritti costituzionali ed altri impegni con i quali avrebbero dimostrato di essere dei veri americani (tutte questioni politiche riguardanti George W. Bush). Gli Yes Men sono anche noti per aver preso di mira società come Halliburton, Exxon Mobil e Dow Chemical.
Ad esempio, sempre nel 2004, con lo pseudonimo di Andy Bichlbaum Jacques Servin si è presentato ad una trasmissione in diretta televisiva della BBC come portavoce di Dow Chemical, il colosso agro-chimico statunitense che aveva appena acquistato la società Union Carbibe, che a sua volta possedeva un impianto di pesticidi esploso in India. In quell’occasione il falso-vero “portavoce” della Dow Chemical annunciò che la società avrebbe risarcito tutte le persone colpite dal disastro. L’informazione fu poi riportata su tutti i media, prima di essere smentita dai ‘veri’ dirigenti della Dow. Il 12 novembre 2008, appena eletto alla Presidenza USA Barak Obama, gli Yes Men hanno distribuito centomila copie di un numero falso del New York Times dal titolo “Iraq War Ends” (fine della guerra in Iraq) e che sarebbe stato posto un tetto allo stipendio dei manager delle banche d’affari responsabili del crollo finanziario mondiale. Il 14 dicembre 2009, gli attivisti hanno poi diffuso un falso comunicato stampa tramite un sito web che imitava quello del Ministero canadese dell’Ambiente e dei cambiamenti climatici, annunciando che il Canada avrebbe ridotto le sue emissioni di gas serra del 40% entro il 2020. L’annuncio ha causato il panico nell’allora governo canadese, costringendolo ad accusare del falso l’ambientalista canadese Steven Guilbeault (che non c’entrava nulla) e facendo chiudere tutti i siti web relativi alla questione. Ricordate lo scandalo “Dieselgate”? La vicenda della multinazionale tedesca Volkswagen (VW) che truccava le certificazioni sulle emissioni dei suoi motori diesel? Nel 2018 gli “Yes Me” hanno pubblicato un video, spacciandosi come Vice responsabili della casa madre tedesca, sul falso progetto “Emissions Anonymous”. I due chiesero scusa al pubblico perché le emissioni dei modelli delle auto poi risultate truccate funzionavano bene solo nei test di prova, ma non in quelli reali (che tra l’altro si erano dimenticati di compiere). Il 16 gennaio 2019 uscì anche un’edizione parodia del quotidiano Washington Post con una data successiva (1 maggio 2019) che annunciava le dimissioni del Presidente Donald Trump dalla presidenza degli USA dopo un lungo periodo di agitazione sociale. Anche senza le dimissioni, sappiamo che le cose poi effettivamente sono andate cosi.
Ad ogni occasione Jacques Servin e Igor Vamos sottolineano la grande importanza della narrazione per l’azione. Le loro azioni sono sia politiche che ‘arte creativa’. Con gli altri attivisti, prima di realizzare un’iniziativa, discutono molto su come fare in modo che l’azione abbia successo, non in modo pratico, ma in modo narrativo (nella foto qui a destra si vede una creazione sullo scioglimento dei ghiacci e i cambiamenti climatici). Il primo passo è riconoscere il ruolo dell’arte creativa in questo tipo di azioni, per capire cosa spinge le persone a voler raccontare una storia. La satira è importante per più di un motivo, ma il suo obiettivo principale è sensibilizzare le persone sullo stato attuale delle cose e sfidare l’avversario usando l’umorismo e l’ironia. Queste persone aiutano tutte le persone (anche i non attivisti) ad affrontare la realtà spiacevole e a vedere il mondo così com’è, in modo da poterlo migliorare. Paradossalmente, la satira spesso maschera per smascherare. Esagera per indicare la reale dimensione dei problemi da affrontare. Ci diverte, ma ci educa anche. E’ questa l’opportunità, soprattutto per i giovani, che presto potrebbe diventare un potente strumento di attivismo politico.