Come possiamo rendere inutili e insignificanti gli insulti, le offese, le fake news e le idiozie dei leoni della tastiera che inondano la nostra vita quotidiana? Può sembrare una domanda retorica nell’epoca in cui viviamo, ormai cosi dipendente da Facebook e Twitter. A ben vedere però la stragrande maggioranza delle persone che frequentano Internet e Social Network, per lavoro o per cercare informazioni di interesse personale, non vogliono abituarsi a “consumare” passivamente le stupidaggini che circolano in rete semplicemente perché da un certo punto in poi (chi lo stabilisce?) diventano virali. Si tratta per lo più di contenuti che tendono a provocare emozioni e sensazioni immediate, shock e rabbia soprattutto, determinando reazioni istantanee ad un livello che gli psicologi ormai chiamano “analfabetismo emotivo” di ritorno. E’ un po’ quello che è successo con l’analfabetismo alimentare determinato dal cosiddetto “cibo spazzatura”. In entrambi i fenomeni è la superficialità a regnare sovrana, con tutto ciò che ne consegue sulla evidente crisi di civiltà che stiamo attraversando.
Quasi fosse una risposta spontanea a questo crescente flusso di stupidità, si sta sviluppando in giro per il mondo un movimento di persone ispirato dall’etica e dalla creatività. Individui “collettivi” che stanno creando in rete degli spazi tranquilli, dove si voglio coltivare le proprie passioni personali e condividerle con chi ha sensibilità simili: una sorta di giardinaggio digitale. Il nostro sito, dove state leggendo questo articolo, fa parte proprio di questo movimento di “giardinieri digitali” ed è uno dei primi esperimenti in Italia.
Non a caso proprio in questi spazi si stanno determinando sempre più connessioni che approfondiscono le emozioni e le sensazioni, ma anche le informazioni e le competenze personali di ognuno. Lo scopo è quello di determinare un apprendimento collettivo, dove chi interviene aggiunge qualcosa senza commenti fossilizzati e ruggiti anonimi dalla tastiera di un computer: il senso del tempo, del tema e dello spazio da esplorare è fondamentale. Quando si impara o si vuole imparare, ognuno si prende la responsabilità di aggiungersi, altrimenti si resta fuori. Ognuno può essere una fonte, ma nessuno può avere la parola definitiva su un determinato argomento. E non si tratta solo di una visione ottimistica, speranzosa o radical chic. Tutto ruota intorno alla contrapposizione tra la parte peggiore e la parte migliore che gli esseri umani riescono tirar fuori da se stessi. In ognuno di noi queste parti coesistono: si tratta solo di decidere pubblicamente, se si vuole entrare nel giardino digitale, da quale parte stare. I giardini digitali infatti si stanno formando ed espandendo su un’ampia varietà di argomenti (con una significativa quantità di questioni politiche globali), ma sono tutti impostati per essere adattati e modificati in funzione della crescita dell’apprendimento collettivo e della ri-alfabetizzazione emotiva.
I giardini digitali non sono blog veri e propri e neanche delle piattaforme socio-mediatiche. Non seguono regole precise e per questo possono essere presenti pagine sullo stesso argomento: di sicuro però tra le pagine ci sarà almeno una sfumatura diversa, come le infinite varietà delle rose, e questo basta e avanza. L’ulteriore caratteristica che li distingue è proprio quella di crescere e collegarsi spontaneamente tra loro per contiguità di interessi: come se da tanti piccoli spazi si creasse un parco molto più grande con tanti giardinieri digitali costantemente all’opera intenti a coltivare le loro passioni.
Ognuna di queste passioni viene considerata come una pianta del proprio giardino e pertanto può trovarsi ancora in una fase embrionale (seme e germoglio), può essere in una fase di crescita sotto forma di piantina, già arrivata alla fase adulta e definitiva, mentre altre nel frattempo si sono seccate per mancanza di interesse effettivo. Se questo trend diventerà una massa critica propositiva e positiva all’interno nella rete dei social network è tutto da vedere. Ma intanto avere un argine contro la stupidità dilagante è un notevole passo avanti per usare queste tecnologie in modo utile ed intelligente.