Come mai i palazzi in cemento armato crollano quando vengono colpiti dagli incendi, mentre le case di legno costruite con materiali naturali non prendono neppure fuoco? Può sembrare molto strano ma l’esempio ce lo danno le foto riportate qui sotto. Si tratta della stessa casa ritratta nella fase di costruzione prima e subito dopo uno spaventoso incendio avvenuto nell’estate del 2017. Si trova nella California settentrionale dove, a causa dei cambiamenti climatici, gli incendi boschivi sono sempre più frequenti. E’ già successo anche quest’anno e siamo ancora all’inizio della stagione più a rischio. Le pareti di questo edificio sono state costruite con la paglia ed intonacate con terre naturali (argille locali, calce idrata e gesso, in particolare). Essendo limitrofa ad un bosco la casa si è venuta a trovare nella direttrice del vento mentre imperversava l’incendio. Preso alla sprovvista, il proprietario, con il suo cane e un vicino, hanno pensato bene di fuggire, ma trovandosi la strada sbarrata, hanno dovuto rifugiarsi dentro l’abitazione in attesa degli eventi. La casa li ha tenuti completamente al sicuro e quando sono arrivati i pompieri a spegnere i piccoli focolai nel bosco rimasti ancora attivi, quasi non credevano ai loro occhi, perché nello stesso incendio due case vicine erano andate completamente distrutte. A parte il tetto di metallo quindi, l’edificio fatto con i muri di paglia, gli intonaci di rivestimento fatti con materie naturali e un portico avvolgente sostenuto da pali di sequoia a loro volta già recuperati da un precedente incendio, hanno contribuito a salvare sia la casa che le vite umane (cane incluso).
Come mai? L’idea di usare la paglia come isolante termico in realtà non è del tutto nuova, perché è sempre stata usata (spesso male) nei secoli e nei millenni: è stata trovata persino nelle tombe degli antichi egizi. Quello che oggi fa la differenza rispetto al passato sono proprio gli intonaci: i test di laboratorio ha dimostrato che le pareti intonacate con gli appositi materiali e sigillanti naturali ha resistito al fuoco per oltre 2 ore, mentre la stessa parete di paglia realizzata con intonaco ordinario ha resistito meno di 30 minuti. C’è da considerare inoltre che una parete in muratura, in laterizi e calcestruzzo, difficilmente supera un’ora di resistenza. In un altro caso analogo infatti, dove l’intonaco era stato realizzato con il gesso naturale, una volta passato l’incendio si è notata sulle pareti una fuliggine di colore rossastro che era stata prodotta dal calore delle fiamme e dagli ossidi di ferro che si trovano naturalmente nel particolare tipo di materiale usato. E’ bastato poi spazzare via la fuliggine dalle pareti per farle diventare come nuove, mentre la durata funzionale dell’intonaco non è stata affatto compromessa.
I “pilastri” di legno di sequoia (albero già di per se molto resistente al fuoco) infine non permettono all’incendio di andare oltre a qualche bruciacchiatura di poco conto. Logica quindi la grande curiosità che è stata attirata da questi eventi visto che uno dei principali motivi per la quale si sceglie di realizzare una casa in muratura piuttosto che in legno è proprio il timore degli incendi. I motivi per i quali questo tipo di case sono molto più resistenti al fuoco delle altre li abbiamo illustrati su questo sito con l’articolo: I materiali da costruzione del futuro: paglia, canapa e legno. Ci interessa evidenziare in questo altro approfondimento che l’emergenza dei cambiamenti climatici, la principale causa dell’aumento degli incendi nel mondo, trovano proprio nelle costruzioni in legno una delle principali forme di contrasto e mitigazione. Il perché è presto detto.
Il legno, come sappiamo, è l’unica forma semplice ed economica che abbiamo attualmente a disposizione per immagazzinare e stoccare grandi quantità di carbonio. Una volta immagazzinato e “sequestrato” nella massa legnosa il carbonio viene rilasciato lentamente nell’atmosfera quando un albero muore e marcisce: questo rilascio però avviene molto più rapidamente quando il legno viene bruciato. L’uso del legname come materiale da costruzione blocca il carbonio per un tempo indeterminato, ma sicuramente nell’ordine di alcune centinaia di anni. Ma non sono solo gli alberi ad esercitare questo fondamentale ruolo; anche la foresta da un grande contributo. Gli studi del suolo dei boschi lasciati indisturbati indicano che foglie, ramoscelli e radici caduti a terra trattengono quantità significative di carbonio, che rimarranno legate tra loro per centinaia di anni. Questo avviene però quando le condizioni delle foreste sono lasciate intatte o comunque non troppo antropizzate. Gli studi recenti stanno dimostrando che in Canada, ad esempio, dove recentemente c’è stata una terribile serie di incendi, le foreste hanno iniziato a rilasciare più CO2 di quanta ne riescano ad assorbire. Questo fenomeno è determinato proprio dall’aumento delle temperature che rendendo più asciutte e secche le condizioni del sottobosco, determinano le condizioni ideali per lo scoppio di vasti incendi particolarmente aggressivi e distruttivi. Altri problemi ci sono anche con i parassiti delle piante che con le temperature invernali più miti si ritrovano nelle condizioni migliori per svernare e riprodursi.
Ciò nonostante, l’uso del legno come materiale da costruzione sta avendo comunque una grande rivincita negli ultimi trenta anni, sia grazie alla riacquistata competitività rispetto agli altri materiali da costruzione, sia, a maggior ragione, per la capacità di stoccare a lungo termine ogni anno grandi quantità di carbonio. In tal senso siamo arrivati ormai al punto di non ritorno. Il passo decisivo in questa direzione è determinare l’impronta ambientale di ogni abitazione (oggi ferma al rendimento energetico delle case, che è cosa molto parziale). Per valutare l’impronta ambientale di ogni edificio, in futuro non si dovrà più tenere conto solo del costo monetario della costruzione, ma soprattutto di quanto e quale impatto determinerà sull’ambiente e sull’ecosistema quella costruzione e/o ristrutturazione. In sostanza bisognerà calcolare quanto futuro avrà “rubato” e continuerà a rubare quella casa in termini di sostenibilità e di utilizzazione di cemento, petrolio, plastica, vetro non riutilizzabile, vernici, asfalto e altri materiali non riciclabili. L’argomento è troppo interessante e richiede un prossimo ulteriore approfondimento su questo sito.