La disponibilità di terra necessaria per sfamare tutti gli abitanti di questo pianeta c’è già. La quantità di cibo che questa disponibilità produce ogni anno a livello mondiale è anche molto più abbondante di quanto sarebbe necessario, se non ci fossero sprechi enormi nella sua distribuzione e destinazioni insostenibili verso l’alimentazione degli animali da allevamento. Vedi su questo siti: La terra basta per tutti. Ma c’è già anche chi, a Pankow, vicino a Berlino in Germania, con un semplice calcolo aritmetico, ha dimostrato che se stiamo attenti ai nostri consumi, basta un appezzamento di soli 2mila metri quadrati di terreno coltivabile per sfamare ogni persona presente sulla Terra. La Fondazione per l’Agricoltura del Futuro (in tedesco “Zukunftsstiftung Landwirtschaft”) da alcuni anni ha iniziato a sviluppare e a dismostrare proprio questa tesi: vedi il sito: https://www.2000m2.eu.
Gli esseri umani attualmente coltivano 1,5 miliardi di ettari di terra arabile a livello globale e se li dividessimo equamente tra la popolazione mondiale attuale, circa 7,5 miliardi di persone, riceveremmo ciascuno un appezzamento di terreno di 2000 m². Sembra poco ma invece questa dimensione basterebbe a soddisfare tutte le nostre esigenze alimentari: cereali, frutta, verdura, semi oleosi, zucchero, tabacco, caffè e tè. Ma anche fibre tessili per realizzare i nostri vestiti, la gomma per fabbricare i pneumatici delle nostre macchine e il biodiesel come carburante. Avanzerebbe persino una piccola parte di terreno dove compostare e riciclare tutti i rifiuti organici che produciamo. L’iniziativa, che dimostra quanto sia dispendioso e diseguale il nostro attuale sistema alimentare mondiale, è partita dal Botanischer Volkspark di Pankow-Berlino ed ha già trovato altrre adesioni in Europa, in Asia (Cina inclusa) e in Africa.
Questo progetto inoltre dimostra che a livello concettuale il problema della fame e della denutrizione nel mondo è risolvibile, ma a livello pratico tutto o quasi è ancora da fare. Del lavoro politico da attuare, neanche ne parliamo, per quanto è ormai lontano quel mondo dalla realtà quotidiana. Tutto si gioca intorno al grande lavoro educativo che deve essere rivolto soprattutto ai bambini e ai giovani, cercando di coinvolgere attivamente anche i loro genitori. Fondamentale è il rafforzamento delle proprie capacità di azione delle nuove generazioni. Il problema della fame nel mondo, strettamente legato all’emergenza climatica, difficilmente si potrà risolvere se non verranno sviluppati progetti in grado di aumentare la consapevolezza di ciò che ognuno di noi può fare nella propria quotidianità per compiere un passo avanti in questa direzione. Non dimentichiamo mai, come diceva qualcuno, che ogni lungo viaggio inizia sempre con un primo passo. Quello che qui illustriamo è sicuramento uno di questi.
Valutato che l’appezzamento minimo di 2mila metri quadrati basta ed avanza ad ogni abitante della Terra, a quelli della Fondazione per l’Agricoltura del Futuro è venuto in mente di calcolare quanti metri quadrati di terreno (o quanti acri) vengono utilizzati ogni volta che noi consumiamo un pasto. Cioè quanta terreno arabile c’è in un piatto che mettiamo a tavola e quanta terra serve per fare, ad esempio, una porzione di spaghetti alla bolognese, una cotoletta di maiale impanata, una insalata mista di stagione o una pizza semplice e, in quest’ultimo caso, mettendoci anche il salame piuttosto che solo la mozzarella, quanta differenza fa.
Sul sito https://rechner.2000m2.eu/de, che è in lingua tedesca ma che ha una grafica molto semplice, si possono calcolare anche menù personalizzati con i quali si possono ottenere informazioni, oltre che sulla superficie utilizzata per ogni singolo ingrediente del pasto (specificato in grammi), possono essere calcolate anche quante chilocalorie vengono prodotte dal cibo scelto (in riferimento particolare alla nostra dieta e ai nostri stili di vita) e a quanto spazio viene occupato giornalmente da quel pasto nel nostro ipotetico appezzamento di 2mila metri quadrati. In sostanza ogni potenziale abitante della Terra avrebbe a disposizione circa 4,2 metri quadrati al giorno e se li dovrebbe far bastare per avere una quantità di cibo sufficiente ad avere un’alimentazione costante e regolare. Il calcolo riguarda sia pasti i tradizionali, soprattutto della cucina tedesca, che quelli vegetariani: ognuno si sceglie la dieta che vuole. Con i numeri si comprende meglio come funziona l’applicazione.
Per un pasto fatto di un panino con hamburger, patatine e ketchup sono necessari 2,25 metri quadrati di terra. Gli ingredienti del pasto però occupano una superficie molto diversa tra di loro. Neanche a dirlo, la maggior parte dello spazio (1,1 m.q.) viene occupato dall’hamburger stesso fatto con 125 grammi di carne di manzo macinato, che occupa 0,96 m.q. di terreno, e cotto con 10 millilitri di olio di semi di girasole che a loro volta occupano 0,14 m.q. Al secondo posto, con 0,67 metri quadrati, vengono le patatine fritte che richiedono 35 ml di olio di semi di girasole equivalenti a 0,49 m.q. di superficie e da 300 gr di patate dai quali si ottengono 150 grammi di patatine fritte con una occupazione di 0,18 m.q. Tutto il resto del contorno del panino, cioè insalata cappuccina (25 grammi per 0,01 m.q.), pomodori (50 gr per 0,02 m.q.), cetrioli (30 gr per 0,01 m.q.), cipolla (15 gr per 0,01 m.q.) e ketchup (15 gr per 0,02 m.q.) totalizzano complessivamente appena altri 0,07 metri quadrati. La superficie di terreno impegnata da questo pasto, come detto, è quindi di 2,25 metri quadrati, ma è anche interessare sapere che con questo menù da un lato avremo ingerito circa 1.090 chilocalorie, mentre dall’altro avremo consumato anche il 54% dello spazio giornaliero teoricamente messoci a disposizione.
Non a caso i pasti che contengono carne sono i meno sostenibili sotto tutti e tre i parametri considerati, mentre quelli che più si avvicinano ad una dieta vegetariana e a quella mediterranea, a parità di calorie ingerite, lasciano molto più spazio a disposizione per altri pasti, sempre in riferimento ai nostri ipotetici 2mila metri quadrati utilizzabili. Anche in questo caso, in sostanza, si conferma l’insostenibilità economica, sociale e ambientale dell’eccessivo consumo di carne nella nostra alimentazione. L’apprlicazione quindi può essere usata per come un formidabile strumento educativo verso i bambini e i giovani in quanto, a tutti gli effetti, è anche un gioco semplice da attuare, magari in compagnia e all’aria aperta. E il gioco, come si sa, è la migliore forma di insegnamento che esista. L’inizio di un lungo viaggio, per l’appunto.
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