La Natura, seguendo la sua logica, ha già trovato le soluzioni ai problemi epocali che il nostro modello di sviluppo sta creando in danno della Terra. Basta avere pazienza e umiltà per coglierle e metterle in atto. Man mano che queste soluzioni vengono individuate e realizzate, si comprende come ci sia ben poco da inventare.
Questa volta non stiamo parlando di scoperte scientifiche che un giorno potrebbero rivoluzionare le nostre abitudini quotidiane e i nostri comportamenti, ma di progetti molto dettagliati che hanno già raggiunto la soglia dell’applicazione su larga scala al fine di risolvere le grandi sfide ambientali attuali.
Non a caso riguardano tre grandi questioni che interessano da vicino tutti noi: i trasporti e la mobilità, l’inquinamento delle risorse idriche, la qualità dell’aria che respiriamo.
I TRENI PROIETTILE ISPIRATI AL MARTIN PESCATORE
Fin dalla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso i treni “proiettile” giapponesi (in particolare la rete ferroviaria denominata Shinkansen nata nel 1959) sono stati considerati tra i più efficienti ed affidabili esistenti al mondo. Il loro impatto acustico però è sempre stato molto rilevante, soprattutto quando uscivano dai tunnel ad altissima velocità.
È stato così fino a quando non è arrivato l’ingegnere Eiji Nakatsu, dipendente della compagnia ferroviaria Japan Rail – West ed appassionato di bird-watching, l’hobby naturalistico di osservare gli uccelli. Il tecnico giapponese si è messo a studiare negli anni Novanta come mai il martin pescatore, durante i suoi tuffi a caccia di cibo, genera deboli increspature sull’acqua generando un rumore alquanto flebile per l’udito umano: due effetti fisici straordinari apparentemente inspiegabili. Concentrandosi sull’aspetto sonoro, che più lo interessava professionalmente, Nakatsu ha così scoperto che ciò dipendeva dalla particolare conformazione del becco.
Copiando quella forma, ha quindi ridisegnato la prima e l’ultima carrozza dei “treni proiettile”, che non hanno locomotive ma una trazione diffusa su tutti i vagoni. E così quei treni oggi sono molto silenziosi e usano meno energia che in passato, pur andando più veloci e rimanendo molto sicuri. Il modello di treno a “becco di martin pescatore” oggi si sta diffondendo in tutto il mondo.
MUCCA E DEPURAZIONE
L’impianto di depurazione che è stato realizzato presso il St. Martha’s Hospital, a Bengaluru, nello stato di Karnataka a sud dell’India, è stato voluto inizialmente per motivi economici legati alle sistematiche interruzioni di energia elettrica.
Ma poi si è scoperta anche la sua grande capacità di abbattere completamente l’inquinamento dei reflui. Essendo un ospedale caritatevole e quindi bisognoso di ridurre al minimo le spese – ma allo stesso con la necessità di smaltire fino a 300mila litri al giorno – i suoi gestori hanno deciso di optare per il sistema di depurazione “eco STP”.
È un sistema ispirato alla digestione della mucca, che ha ben 4 stomaci, come “camere di compensazione” per assorbire i nutrienti.
Il meccanismo sostanzialmente è stato applicato al contrario per abbattere gli inquinanti. L’impianto non utilizza prodotti chimici, non necessita di energia elettrica, può funzionare anche quando non arrivano liquami e non ha bisogno di sorveglianza giornaliera. L’ospedale risparmia così 250mila rupie al mese, equivalenti a circa 3.080 euro. Sembrano pochi, ma in quel Paese bastano anche 35 centesimi di euro per comprare un chilo di riso.
PURIFICARE L’ARIA COPIANDO ALBERI E ANIMALI
Tutti i residenti negli agglomerati urbani densamente popolati, in particolare i bambini, corrono il maggior rischio di avere problemi di salute a medio lungo periodo a causa dell’inquinamento atmosferico determinato soprattutto dalle polveri sottili. Per affrontare con la logica della Natura questo enorme problema, due dottorandi della Tung Hai University (Taiwan) hanno sviluppato il progetto PACE: Psephurus Air Cleaner Equipment, che significa dispositivo di depurazione dell’aria Psephurus (quest’ultimo è il nome scientifico del “pesce spatola” cinese). I due ricercatori hanno osservato attentamente come vari tipi di animali e pesci mettono in campo delle strategie di filtraggio attive e passive dell’aria che respirano: si va dal plancton che si trova negli oceani, alle formiche d’argento del Sahara, passando per i pesci spatola, i “vermi pavone”, i roditori chiamati “cani delle praterie”, il sistema respiratorio delle zebre, oltre all’evaporazione determinata da alberi come querce e mangrovie.
Il risultato è stato l’ideazione dell’apparecchio di purificazione dell’aria alimentato ad energia solare che può essere montato sulla segnaletica stradale e sugli edifici più interessati dall’inquinamento atmosferico delle città.
Sarà anche un vecchio adagio, ma il detto “non esistono problemi che non hanno una soluzione”, è una consapevolezza che possiamo fare nostra osservando la Natura.
Sempre più spesso vediamo che conviene copiarla anziché pensare e agire credendosi dei padreterni che la devono dominare e piegare alla propria volontà.