E’ solo un caso che questo articolo sia stato elaborato nel momento in cui un movimento politico spontaneo, che si è autodefinito “sardine”, ha recentemente riempito le piazze di tutta Italia, prima della pandemia Covid 19. La stessa cosa sta avvenendo a Hong Kong e in molti altri paesi del mondo dove le classi politiche sembrano totalmente indifferenti alle richieste presentate dalle nuove generazioni. Qui parliamo di energia prodotta dal vento e di una scoperta scientifica che, copiando cosa accade spontaneamente in Natura nel comportamento difensivo di alcuni esseri viventi, promette di dare una soluzione intelligente in favore delle fonti rinnovabili di energia pulita senza creare effetti collaterali e con impatti negativi sul paesaggio e sulla qualità della vita delle persone. Ma è un dato incontrovertibile che la stessa soluzione intelligente potrebbe essere applicata (e forse lo è già) anche alle dinamiche socio-politiche che attualmente stanno attraversando il nostro paese. E non parliamo di piccoli pesci già pescati, schiacciati e compressi dentro una scatola di metallo, come qualcuno vorrebbe far credere, ma della intramontabile dinamica sociale individuale ben conosciuta con lo slogan “è l’unione che fa la forza”.
Alcune specie di pesci piccoli, tra i quali ci sono le sardine, nuotando in branco per difendersi e per attenuare le perdite dagli attacchi subiti dai loro predatori naturali, creano dei piccoli vortici d’acqua istantanei che diventano dei messaggi biologici per risposte coordinate e condivise dall’intero branco. Il risultato è che con il loro velocissimo spostamento collettivo, pur subendo delle perdite di individui singoli, il movimento coordinato riesce comunque a garantire la sopravvivenza dell’intero branco e al gruppo di appartenenza. Il comportamento individuale di questi piccoli esseri viventi quindi rappresenta una grande forza. Di fatto rappresenta una perfetta strategia comunicativa istantanea in difesa dell’intero gruppo, che a sua volta è basata su una trasmissione reciproca di un particolare tipo di comunicazione: mentre i pesci nuotano creano dei piccoli vortici che trasferiscono energia cinetica all’intero branco, riducendo drasticamente il “costo” complessivo del loro nuoto individuale. L’ulteriore “magia” di questo fenomeno naturale è data dall’assenza di impatti acustici creati dal movimento istantaneo: in tal modo i piccoli pesci riesco a disorientare i loro predatori che così sono costretti ad andare ad alimentarsi da qualche altra parte.
A questi semplici ma geniali messaggi biologici si è ispirato il ricercatore statunitense John Dabiri dell’Università californiana di Standford, per creare un nuovo tipo di parchi eolici che producono energia dal movimento del vento, qualunque sia la direzione e l’intensità in cui spira. Contrariamente ai parchi eolici tradizionali, realizzati con enormi turbine “solitarie” ad asse orizzontale e che producono energia solo se il vento è di una certa intensità (con relativo impatto acustico), i parchi eolici ispirati dal movimento dei pesci sono di piccole dimensioni, ad asse verticale e i loro componenti sono molto ravvicinati tra loro. L’ispirazione è data proprio dal fatto che l’energia cinetica in uscita dal vortice di una turbina verticale viene raccolta e riutilizzata in entrata da quelle poste nelle immediate vicinanze per sfruttare la stessa intensità di vento. In tal modo si determina un impatto acustico quasi nullo, un consumo di suolo molto limitato, un inserimento paesaggistico non impattante e un rendimento energetico maggiore di 10 volte rispetto a quello dei parchi eolici tradizionali. L’esatto contrario delle mastodontiche centrali termo-elettriche che per produrre energia elettrica ancora oggi utilizzano combustibili fossili (carbone, gas, petrolio e uranio), ormai da tempo avviati verso la strada dell’esaurimento.
Morale: è il movimento che crea un’energia disponibile e sfruttabile a basso costo da tutti. Al contrario la realizzazioni mastodontiche, immobili e passive legate a condizioni di uno sfruttamento ormai non più sostenibile, sono destinate a scomparire.. Una lezione che ora è a disposizione anche della politica.
Nelle gare di ciclismo, quando spira un vento contrario al senso di marcia, è normale per gli atleti disporsi in una sorta di ventaglio per fare meno fatica. Lo stesso meccanismo di “usare la scia” si utilizza nelle fasi finali delle corse, in particolare di quelle che terminano in volata, per permettere al componente di una squadra di sfruttare nel miglior modo possibile il vortice aerodinamico creato dai suoi compagni.
In Natura esistono altri comportamenti collettivi orientati dallo stesso principio di risparmio energetico. Il più significativo è volo degli gli storni: le grandi masse di volatili che sempre più spesso vediamo volteggiare all’imbrunire nei cieli delle nostre città. Con le loro evoluzioni improvvise e affascinanti, malgrado gli escrementi che poi si depositano sotto gli alberi dove vanno a stabilirsi per dormire, anche questi piccoli volativi adottano una intelligente strategia comunicativa di gruppo per difendersi dagli attacchi dei rapaci diurni e notturni: i loro principali predatori naturali.