Già oggi la maggioranza degli esseri umani trascorre il 90% della propria giornata all’interno di edifici e di automobili. Lo sarà sempre di più nel futuro a causa della progressiva urbanizzazione della popolazione mondiale. E’ ormai accertato che vivere in un ambiente urbano comporta, da un lato un ritmo di vita stressante e dall’altro la privazione degli effetti benefici per la salute che ci offrono gli elementi naturali: scaldarsi con la luce solare, rifrescarsi stando all’ombra di un bosco, respirare aria fresca e pulita, percepire gli odori e i suoni di una foresta, osservare la bellezza di un paesaggio o semplicemente del cielo, toccare con le mani il suolo, l’erba e l’acqua. Sempre più spesso a questi fattori negativi si abbinano la sedentarietà e stili alimentari che prevedono un alto consumo di proteine animali a scapito delle fibre vegetali, con ulteriori complicazioni sanitarie che nel lungo periodo tendono a diventare croniche. Una situazione di stress persistente, sia fisico che psichico, comporta livelli elevati di cortisolo, un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali, che a loro volta indeboliscono il nostro sistema immunitario (il principale antagonista del Covid 19), aumentano la pressione sanguigna e causano ipertensione, infarti e persino la morte.
Invertire l’evoluzione di questi fattori negativi diventa quindi una priorità allo stesso tempo sanitaria ed economica perché, ad esempio, non può più essere sottovalutata l’importanza di vivere (o almeno frequentare spesso) i grandi spazi aperti. Un’esposizione insufficiente alla luce naturale infatti determina un allungamento dei nostri bulbi oculari rendendoli suscettibili alla miopia, mentre una buona esposizione alla luce solare determina uno sviluppo regolare e una buona persistenza delle nostre capacità visive. Sempre la luce solare, assorbita dalla nostra pelle in quantità non cancerogene, aumenta la produzione di vitamina D e i livelli di serotonina che migliorano positivamente l’umore. Quando camminiamo in una foresta inoltre, possiamo respirare oli essenziali nell’aria rilasciati dagli alberi cosiddetti “phytoncides” che possono aumentare il nostro numero di cellule killer naturali, un tipo di globuli bianchi che possono rafforzare le risposte a tumori e virus. In pratica sono quegli alberi che per autodifendersi emettono spontaneamente sostanze biologicamente attive, delle vere e proprie sostanze medicinali (aldeidi, esteri, alcoli, antibiotici, etc.), che contrastano e distruggono i microbi dannosi anche per la nostra salute. Si tratta di sostanze che hanno effetti simili a quelli che otteniamo ordinariamente in cucina con cipolle, aglio, peperoncino, senape e rafano. Tutte sostanze che sono in grado anche di regolarizzare la digestione e normalizzare la composizione della microflora intestinale. Stare all’aperto in un ambiente ricco di biodiversità può anche avere un impatto positivo sul nostro microbiota e sulla resistenza alle sostanze allergeniche. All’interno di una foresta di conifere, sempre ad esempio, l’aria può essere considerata quasi sterile (pura, per l’appunto) con un forte effetto terapeutico per chi ha problemi respiratori: un ettaro di confiere infatti produce in media cinque chilogrammi all’anno di “phytoncides”, mentre un ettaro di piante di ginepro può arrivare a produrne anche trenta chilogrammi l’anno. Ascoltare suoni naturali come il canto degli uccelli o il movimento dell’acqua infine può aumentare la nostra capacità di riprenderci da eventi stressanti e interventi chirurgici. Anche vivere vicino ad ambienti acquatici (laghi, fiumi, zone umide) e trascorrere del tempo dentro e vicino all’acqua è stato correlato a una maggiore longevità.
Ma, dicevamo, oltre che sotto il profilo sanitario tutto questo ha una enorme importanza economica. Circa dieci anni fa un rapporto dell’American Institute of Stress ha calcolato che lo stress cronico costa all’economia statunitense più di 300 miliardi di dollari all’anno in problemi legati alla perdita di produttività, all’assenteismo, al turnover dei dipendenti, agli incidenti e ai costi assicurativi. Visto che quello degli Stati Uniti d’America è il paese dove c’è la spesa sanitaria più alta al mondo (il 15,3% del PIL, circa 3.500 miliardi di dollari l’anno), è risultato chiaro che una politica attiva per contrastare ed eliminare i fattori di stress cronico nella popolazione poteva far risparmiare una montagna di soldi ai tutti i suoi cittadini. Proprio gli USA infatti, sull’esempio di quanto già fatto prima in Giappone e poi in Corea, hanno promosso la pratica del “bagno nella foresta” (shinrin yoku – in giapponese) come forma di sollievo proprio dallo stress cronico. La pratica prevede semplicemente di camminare consapevolmente attraverso foreste e spazi verdi e lasciare che la propria mente vaghi, si isoli, si rilassi e apprezzi il più ampio mondo naturale che ci circonda. Già da quasi vnti anni il Giappone ha investito milioni di dollari nella ricerca sulla terapia forestale e anche molti altri paesi, oltre agli USA e alla Corea, stanno seguendo l’esempio cercando di permettere tale pratica anche a quelle popolazioni confinate al chiuso a causa di malattie, infermità o incarcerazioni giudiziarie.
Oggi in Giappone questa pratica fa parte della politica socio-sanitaria nazionale del Governo che, non solo è consigliata, ma è diventata oggetto di attuazione della più grande cura che esiste al mondo contro ogni forma di malattia: la prevenzione. Ogni cittadino può, quando vuole, dedicarsi al rilassamento in mezzo al verde, prendere un po’ di sole sulla sua pelle, respirare aria fresca nei propri polmoni e sentire la terra o la sabbia sotto i suoi piedi, come se avesse a disposizione una terapia universale. Lo scopo dell’intervento governativo è quello di rendere questa attività una parte integrante della vita di ogni cittadino, non un fatto occasionale. Come un’antico richiamo della Natura a riconnettersi con un modo di esistere che un tempo il genere umano conosceva molto bene e che dovremmo tutti imparare a ri-conoscere bene, dal momento che gli impatti dannosi dei nostri fattori di stress dipendono così fortemente dalla nostra mentalità, dal nostro attuale, assurdo, modo di vivere.
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