Gli appalti pubblici rappresentano un grande fattore di spinta che i Comuni hanno a disposizione per passare dall’economia lineare a quella circolare a livello locale. Ormai sono tantissime le amministrazioni che stanno usando questo potere per accelerare la transizione ecologica dell’economia e questo fatto potrebbe diventare una potentissima leva anche per creare una nuova generazione della classe politica in ogni paese. L’economia lineare infatti è ancora molto radicata nella testa del personale addetto agli acquisti di servizi e alla realizzazione di progetti nella pubblica amministrazione. Questo potrebbe diventare un grande problema (e in buona parte lo è già) per spendere bene e velocemente gli ingenti investimenti che gli Stati nazionali e le banche istituzionali (vedi la Banca Europea per gli Investimenti) stanno mettendo a disposizione per rispettare i tempi stabiliti nel contrastare i cambiamenti climatici. Si tratta del primo e più importante aspetto amministrativo da affrontare perché occorre guardare ai prodotti e ai servizi da acquistare/acquisire/realizzare in un’ottica diametralmente opposta a quella del passato. Qui di seguito riportiamo un primo elenco degli migliori pratiche che si possono trovare in rete, anticipati e accompagnati dall’obiettivo amministrativo che le ha ispirate e dal risultato che si intende ottenere (in buona parte già raggiunto). Abbiamo selezionato in questa prima fase i casi dei paesi europei nei quali la cultura ecologista non è ancora molto radicata (come invece è per il Nord Europa) per dimostrare che è la politica il vero ago della bilancia.
1. Finanziare il compostaggio domestico con il mancato costo di smaltimento per il ritiro e il trattamento dei rifiuti organici. In Portogallo, i Comuni di Águeda, Braga, Guimaraes e Torres Vedras (dove si svolge il famoso Carnevale), stanno integrando l’economia circolare nelle loro pratiche di appalti pubblici offrendo gratuitamente ai cittadini le compostiere e contenitori per il riciclaggio domestico e autonomo della frazione organica dei rifiuti separati con la raccolta differenziata. Lo scopo è quello di sviluppare e implementare la valorizzazione dei rifiuti organici e verdi, per promuovere un cambiamento comportamentale tra i cittadini verso un consumo più sostenibile. Dall’acquisto e distribuzione delle compostiere i Comuni ci guadagnano con il risparmio sui costi complessivi del servizio in quanto non devono più far passare, casa per casa, il personale e i mezzi per la raccolta (che di solito avviene tre volte alla settimana), mentre a loro volta i cittadini ottengono dei risparmi sulla tariffa (per la riduzione del conferimento dei rifiuti): ci ricavano anche del compost che si possono reimmettere nei cicli produttivi agricoli e usare nel giardinaggio o nei parchi pubblici.
2. I rifiuti non compostabili trasformati in risorse economiche. Recuperare valore dagli sprechi e dai rifiuti è una delle sfide più affascinanti per ogni amministratore pubblico e quella della creazione di centri di raccolta per il recupero funzionale degli oggetti e dei mezzi rotti (o andati fuori uso) è la parte essenziale di queste sfide. Si calcola che ormai la spesa di ogni cittadino europeo per lo smaltimento e il trattamento dei rifiuti ha superato i 100 euro pro capite l’anno. Due delle maggiori città slovene hanno preso decisioni importanti in tal senso. Lubiana sta creando laboratori e centri di raccolta per mantenere alto il valore delle risorse il più a lungo possibile attraverso il riutilizzo, il restauro e il riciclaggio; si punta allo stesso tempo a recuperare anche capacità manuali, conoscenze, saperi e abilità che non solo salvano, ma migliorano anche sia la società locale e che l’ambiente. La città di Maribor a sua volta ha adottato un approccio di attuazione più sistemico, una piattaforma polifunzionale accessibile sia per via informatica che direta, per la reimmissione sul mercato dei beni recuperati. Chiunque non intende usare più un determinato oggetto (mobili, vestiti, biciclette, lavatrici, ecc.) può inserirlo nella piattaforma che, quasi in contemporanea, gli fornità indicazioni sulle migliori opportunità di riciclarlo o riusarlo. Più a nord della Slovenia, l’amministrazione della capitale ungherese Budapest sta generando elettricità dai fanghi di depurazione e dai rifiuti alimentari residuati negli impianti di trattamento delle acque reflue locali. Il Comune sta inoltre valutando la possibilità di trasformare l’ingente quantità di rifiuti verdi raccolti in biogas ed energia elettrica per usi locali.
3. Promuovere stili di vita più sani per la prevenzione sanitaria. A Tirana (capitale dell’Albania) il Comune ha attuato una serie iniziative per aprire spazi pubblici, aumentare le aree pedonali e verdi e incrementare la dotazione di piste ciclabili. Nella foresta metropolitana saranno presto piantati due milioni di alberi intorno alla città in un anello di parchi, foreste e terreni agricoli. L’obiettivo amministrativo è molto semplice: è noto che l’attività fisica previene l’insorgenza di malattie gravi, soprattutto quelle cardiovascolari, mentre la riduzione dell’inquinamento riduce a sua volta i problemi respiratori. Di solito questi stili di vita producono anche meno rifiuti e la sommatoria di queste riduzioni di costi determina un vantaggio economico per le casse comunali.
Questi esempi dimostrano come l’inversione di tendenza negli usi delle infrastrutture e degli stili di vita legati all’economia circolare, comportano automaticamente anche ingenti risparmi economici che possono essere reinvestiti per migliorare sempre di più la situazione generale. Infatti quello che molti amministratori locali attuali non riescono ancora a capire è che nell’acquisto di prodotti e servizi secondo la logica lineare, ogni anno bisogna mettere in bilancio i soldi che alla fine costituiscono uno spreco infinito. L’economia circolale invece prevede investimenti per prodotti e servizi che poi devono solo essere solo aggiornati, ma non più acquistati di nuovo da zero. Tutti questi servizi, tra l’altro, sono stati realizzzati e forniti da società locali specializzate nella risposta ad appalti pubblici promossi dalle amministrazioni comunali e concepiti specificamente sull’economia circolare. Segno evidente che se c’è la volontà politica di andare velocemente in questa direzione anche le imprese locali sono pronte a seguirle.
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