Nell’era dell’economia circolare nessuno di noi dovrà più comprare automobili, lavatrici, tagliaerba e altri beni durevoli che usiamo in modo discontinuo. Questi beni non verranno più venduti ma saranno resi disponibili collettivamente da reti di servizi circolari (Circular Service Networks – acronimo CISE) che comprenderanno tutte le fasi di funzionamento e di mantenimento del bene stesso. Non dovremo più occuparci di acquisti a rate, di pagare l’assicurazione e le riparazioni, di effettuare le periodiche manutenzioni e di rottamare il bene a fine ciclo d’uso. Con l’economia circolare le logiche aziendali attuali (tendenti a venderci più cose possibili, spesso in modo fraudolento – vedi l’obsolescenza programmata) verranno completamente capovolte in favore della cooperazione e della trasparenza nel rapporto tra produttore e utente: per continuare a fare business la parola “consumatore” infatti è destinata a cadere nel dimenticatoio. Contrariamente a ciò che accade con l’economia circolare dove, dopo aver acquistato il bene, ogni acquirente viene sostanzialmente abbandonato a se stesso, le logiche aziendali future dovranno occuparsi di fornire ai loro clienti più soluzioni possibili per le tariffe e quando si presenta un problema. E dovranno farlo nel modo più trasparente possibile al fine di “fidelizzare” i loro utenti.
Ma per quale motivo ci dovrebbe essere un cosi radicale capovolgimento delle logiche aziendali, per giunta in un tempo molto ristretto? La ragione è la stessa di sempre: i soldi. Si certo, ci sono anche motivi etici e d’immagine legati ai cambiamenti climatici, all’esaurimento delle risorse e all’esasperazione delle diseguaglianze economiche: tutti temi che trattiamo abbondantemente su questo sito. Alla base del capovolgimento in realtà ci sono i costi ormai divenuti proibitivi per le aziende stesse, soprattutto di carattere amministrativo: stipulare numerosi contratti individuali di vendita, controllare i pagamenti di ogni singolo cliente (spesso di piccola entità), revisionare periodicamente il bene venduto, ordinare ogni singolo pezzo di ricambio per le riparazioni, gestire lo smaltimento dei rifiuti, ecc., sono tutti adempimenti che alla fine determinano delle spese improduttive. Dall’altro canto c’è anche la necessità di recuperare una fiducia solida e durevole con i propri clienti rimasti delusi o poco contenti per la bassa qualità del bene acquistato. Anche per le aziende quindi l’elevata rotazione dei prodotti di breve durata si traduce in un grande speco di materiale e di tempo, che a sua volta determina una significativa perdita di valore dell’intera attività. Da qui il capovolgimento della logica per ottenere una drastica riduzione degli sprechi e rendere una buona qualità di prodotti e servizi accessibili a tutti. Naturalmente, quella di organizzare delle vere e proprie reti di servizi circolari non è una cosa semplice da realizzare, ma intanto c’è chi ha già cominciato e sta ottenendo ottimi risultati.
Nata nel 2014 l’azienda olandese “Bundles” ha iniziato ad offrire un servizio di vestiti puliti a pagamento, consentendo ai clienti di pagare per le prestazioni (“pay per use”) senza l’acquisto della lavatrice installata a casa propria. Per molti aspetti il modello di funzionamento del business è molto simile ad un contratto di telefonia mobile, anche se con significative differenze. Sono i clienti a poter determinare, in base alla frequenza di utilizzo da loro prevista, i requisiti che la lavatrice deve avere. L’azienda fornisce loro un apposito sito, Web Bundles, che consente di verificare on line la miglior tariffa possibile. A seguito del pagamento del primo canone mensile la lavatrice viene istallata presso l’abitazione dell’utente con la rimozione del vecchio elettrodomestico che poi a sua volta può essere riciclato con lo stesso sistema. All’atto dell’installazione il nuovo apparecchio viene connesso ad Internet ed è pronto a partire. La tecnologia installata è l’Internet of Things, che consente il monitoraggio continuo del prodotto, inclusa la manutenzione e il ricondizionamento delle macchine stesse, per preservarne l’integrità funzionale per più cicli di vita. A distanza di un mese dall’installazione, cioè quando il cliente ha esaurito la copertura del primo canone, il cliente riceve una comunicazione con una panoramica della frequenza con la quale ha utilizzato la macchina, in modo che possa adeguare la tariffa o, eventualmente, modificare i propri cicli di lavaggio.
Il rapporto tra fornitore e cliente prevede una sorta di leasing che si trasforma in un investimento a lungo termine. Il contratto, ad esempio, prevede 10mila cicli di lavaggio, da effettuare in un determinato periodo di tempo: il cliente può gestire per se tutti i cicli di lavaggio oppure per dare a parenti, amici, vicini e chiunque gli pare, la possibilità di usare la lavatrice alle stesse condizioni. La “ricarica” del credito può essere fatta con pochi clic sul computer direttamente da casa dalle persone che dispongono di un reddito capiente, mentre per le persone meno abbienti ci possono pensare direttamente i servizi sociali del Comune di residenza che in tal modo possono offrire direttamente aiuto e non solo assistenza economica. Il tutto si traduce in un vantaggio sia per il fornitore che per l’utente in quanto il sistema fa risparmiare materiali ed energia, oltre a determinare una durata molto più lunga del bene. Marcel Peters, il creatore di Bundles, ha scoperto in questo modo che in circolazione c’era un solo produttore che utilizzava materiali riutilizzabili o riciclabili al 100%. Aprendo una delle qualsiasi lavatrici che si vendono nel mondo si scopre che quasi sempre sono stati scelti materiali per il loro costo inferiore piuttosto che per la durabilità o la riciclabilità a lungo termine: ad esempio, l’acciaio inossidabile è stato sempre più sostituito dalla plastica per il cestello e dalla ghisa per il cemento della centrifuga.
Ciò ha determinato che la durata media da 10.000 ore di funzionamento per una macchina di alta qualità è stata retrocessa a 2.500 ore per una macchina di bassa qualità unità. Quindi, quando lo stesso apparecchio torna nell’azienda Bundles, può essere riprogrammato, riparato o rigenerato e pronto per l’utente successivo. I produttori di lavatrici sono cosi avvisati. Nel 2017, Marcel ha anche lanciato Coffee Bundles, un modello di abbonamento che fornisce “Coffee as a service”. I clienti sottoscrivono l’uso di una macchina da caffè di alta qualità che eroga in modo automatico, sempre con il modello di controllo a distanza, persino i chicchi di caffè in base alle preferenze personali e alla quantità di caffè che ognuno intende consumare a casa propria.
In sostanza, con un modello dell’economia circolare, il cliente ha il controllo dell’uso del bene a costi convenienti, mentre il produttore/proprietario ha il controllo della sua durata. Più a lungo dura la macchina e più ci si guadagna, con buona pace per i proprietari delle attuali aziende di smaltimento dei rifiuti, delle discariche e dei termoinceneritori che cosi vedranno cessare per sempre i loro “sporchi” affari.
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