Tutto quello che per noi esseri umani è un rifiuto in realtà è cibo per altri esseri viventi. Torniamo su un altro concetto caro a questo sito per capire che anche le sostanze inquinanti e velenose sono nutrimento in ambito ecosistemico. Questo semplice concetto è l’unico che rispetta la gerarchia discendente che va dai sovra-sistemi eco-logici, ai sotto-sistemi bio-logici e da questi agli ulteriori sotto-sistemi socio-logici e psico-logici. Che poi è l’unica gerarchia che regola da sempre la vita e l’economia di questo pianeta (non sappiamo di altri), mentre alcuni esseri umani, soprattutto quelli che appartengono a quell’un per cento più ricco del mondo (ricco solo in senso materiale e monetario) sono ancora convinti che siano il loro sotto-sistema psico-logico malato a poter governare tutti gli altri. A questi soggetti non è ancora perfettamente chiaro che grazie alla Natura questo pianeta può andare avanti benissimo per la sua strada, senza la presenza loro e di questa stupida razza umana. E nella priorità delle eliminzaioni dai sovra-sistemi eco-logici del pianeta Terra (non sapaimo di altri), come già avvenuto in altre epoche remote, ad essere eliminati per primi di solito sono proprio gli individui più stupidi, perchè incapaci ad adattarsi alle modificate condizioni di sopravvivenza. Alla Natura non importa molto quanto sia consistente il loro conto in banca. E non gli importa neanche come il genere umano nel suo complesso gestisce le sue risorse e come le lascia poi disponibili o meno, intatte e magari migliorate, alle successive generazioni di esseri viventi, umani inclusi. Da questo punto di vista è la gestione del ciclo dell’acqua ad essere il termine di paragone più importante per capire come la Natura può benissimo andare avanti senza la fastidiosa presenza del sotto-sistema umano psicologicamente malato. E guardando le forze in gioco, c’è poco da girarci intorno a questo enorme problema.
Sappiamo benissimo che già oggi il prelievo di acqua dolce in generale e di quella potabile in particolare, è insostenibile a livello globale. Lo diventerà semmpre di più mano a mano che la popolazione mondiale cresce e si andrà a concentrare soprattutto nelle aree urbane del pianeta: è questa la causa di molte guerre che si stanno combattendono attualmente. Tutta l’acqua usata oggi viene poi rilasciata nell’ambiente a valle dell’uso sottoforma di reflui idrici, che devono poi ricevere un processo di depurazione prima di essere restituiti ai corsi naturali superficiali e sotterranei. L’effetto determinato dal sotto-sistema umano psicologicamente malato è quello di una depurazione realizzata in modo parziale (o non realizzato affatto), con metodi che producono ulteriori rifiuti pericolosi e che a loro volta devono essere smaltiti da qualche parte. E di conseguenza, all’insostenibilità del prelievo di acqua dolce, si aggiunge anche quella del suo consumo. Questo avviene soprattutto con i rifiuti industriali derivanti da lavorazioni che richiedono molta acqua di processo e che hanno costi di trattamento/smaltimento molto elevati. Questi costi quindi vengono “risparmiati” dai produttori e fatti pagare direttamente alla Natura, aggiungendo cosi ulteriore insostenibilità ad una situazione già abbondantemente insostenibile.
Ragionando in un modo psicologicamente sano invece si devono organizzare sistemi dove ad un determinato prelievo non ne debbano mai più seguire altri, perché la stessa acqua viene riutilizzata all’infinito senza produrre altri inquinamenti. In base ai sovra-sistemi eco-logici (che per l’appunto si chiamano servizi ecosistemici) questi residui inquinanti devono essere riusati come nutrienti a disposizione di altri esseri viventi: in particolare fosforo e azoto, che sono i principali responsabili dei processi di eutrofizzazione delle acque nei mari e nei laghi. Un sistema del genere è stato messo a punto alcuni anni fa da un’azienda canadese di Vancouver, la Eagleridge Innovations Corporation, che ha messo a punto la tecnologia MicroPoP per il trattamento microbiologico delle acque reflue. La tecnologia prevede la lisi (cioè la scomposizione e/o rottura) dei batteri pericolosi per la salute umana (Escherichia Colii, in particolare) che restano presenti nei fanghi di depurazione a valle del trattamento. Attraverso un compressione simile a quella che si realizza nella produzione di i alimenti omogeneizzati per i bambini, le cellule lisate di questi batteri diventano fonte di cibo prontamente disponibile per altri tipi di batteri di processo che in ambienti aerobici e anaerobici (presenza o meno di ossigeno) riescono a loro volta ad eliminare e a riciclare anche le altre scorie presenti nei fanghi. Essendo questa tecnologia molto semplice applicabile ad ogni impianto di depurazione, si otterrebbero in tal modo anche consistenti risparmi economici. L’effetto prodotto in quest’altro modo è quello di avere acqua pulita e riutilizzabile da un lato, mentre dall’altro si ottengono fertilizzanti disponibili persino per l’agricoltura biologica. In sostanza si ridà valore economico a quei rifiuti che prima determinavano ingenti costi di smaltimento e consistenti emissioni di gas serra: esattamente quella che è l’impostazione di fondo dell’economia circolare. Basta quindi “pensare” come agisce la Natura per redenderci conto che anche noi, come esseri umani, possiamo darle una mano a risolvere i problemi da noi stessi creati a questo pianeta e non esserle solamente d’impaccio quando, disponendo di ben altre forze, la Natura stessa si da fare per risolvere a modo suo i medesimi problemi.
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