Non ammalarsi è sempre stata la migliore medicina possibile e in questo lungo periodo Covid 19 ne abbiamo avuto conferma. Anche se si continua a parlare solo di vaccini (ovviamente forniti da industrie chimico-farmaceutiche private, vedi: Non si può brevettare il sole: la campagna sui beni pubblici essenziali) esistono in ogni angolo del globo mezzi semplici, naturali, efficaci e anche molto economici che rendono possibile il mantenimento della nostra salute. Ricordiamo infatti che la forma migliore per prevenire l’ulteriore diffusione del coronavirus, è quella di evitare di trasmetterlo da persona a persona, soprattutto tra quelle che ordinariamente sono in stretto contatto tra loro. E per far funzionare questa potentissima forma di prevenzione, oltre ai piccoli accorgimenti di usare le mascherine, lavarsi sistematicamente le mani e disinfettarsi (anche se non si ha disposizione acqua), è quella medicina a buon mercato che si chiama buona volontà. Nel caso della disinfezioni delle mani, ad esempio, un gel a base di alcool può essere sempre utile in luoghi con scarso accesso all’acqua potabile.
Quello che non ci viene mai detto però è che questo tipo di prodotti possono anche essere fatti in casa con modalità molto semplici: il gel lo si ricava dalle foglie di aloe vera e per l’alcool si può usare quello isopropilico che è in ogni apposito armadietto nelle nostre case al di fuori della portata dei bambini. Per ogni tre parti di alcool se ne deve usare una di gel di aloe.
Anche la produzione fatta in casa di sapone morbido non è molto difficile utilizzando attrezzature semplici e come ingredienti oli vegetali e grassi animali. Con queste materie prime è un pò più difficile produrre sapone duro di alta qualità, ma con i dovuti accorgimenti e un briciolo di esperienza anche queste difficoltà si superano presto. I tre ingredienti principali sono: olio vegetale (preferibile perché è un grasso liquido) tipo olio di avocado o olio di girasole, oppure grasso animale al quale va aggiunta la liscivia (o alcali) e acqua. Altri ingredienti da aggiungere possono essere acquistati: idrossido di potassio (potassa caustica) o idrossido di sodio (soda caustica) , ma se non sono disponibili o non si vogliono acquistare prodotti chimici, c’è un’altra soluzione. Tutti questi ingredienti si possono comunque ottenere con prodotti naturali. Proprio dalla cenere di legna infatti si può ricavare la lisciva, e da questa poi si può ricavare sia la potassa che la soda caustica. Occorre fare molta attenzione nella preparazione ed è meglio rivolgersi a chi ne sa un pò del mestiere. Su Youtube comunque sono caricati dei video che illustrano con particolari tutte le fasi della preparazione.
Un’altra medicina a buon mercato è la creatività, anche nel caso in cui le persone si sono già ammalate, soprattutto se abbinata alla tecnologia e a Internet. Poprio la pandemia in corso, ha dato una forte accelerazione ai progetti collettivi realizzati via Internet con il meccanismo “open source” che, in quanto aperto a chiunque, non produce la brevettabilità del prodotto finale ottenuto. Un prodotto che, come prevede la normativa internazionale, deve comunque risultare funzionale e facilmente replicabile. Quello dei ventilatori polmonari ad esempio, sempre in tema di Covid 19, è il settore che maggiormente ha sfruttato questa opportunità proprio perché è stata sostalmente la loro assenza nella fase di emergenza, che di fatto ha mandato in crisi tutti i reparti di terapia intensiva degli ospedali a livello mondiale. Così a tre medici irlandesi, Colin Keogh (nella foto qui a sinistra), Conall Laverty e David Pollard dopo una discussione su Facebook è venuta l’idea di creare l’Open Source Ventilator (OSV) per arrivare a realizzare il prima possibile un ventilatore da campo per le emergenze, in collaborazione con il servizio sanitario irlandese. In poco tempo è stato formato un team di ingegneri, designer e medici per sviluppare nuovi interventi con le poche risorse a disposizione e tutti lavorano in modo collaborativo online. Un team di sviluppatori di base pubblica anche progetti di altri open source con comunicazioni continue tra professionisti e medici in merito ai requisiti delle esigenze, ai processi di test e ai percorsi di convalida dei risultati ottenuti. Attualmente sono centinaia i collaboratori in tutto il mondo, lavorano da casa e non hanno bisogno del distanziamento da altre persone. Sempre a proposito di prevenzione.
La forma di prevenzione più importante comunque è quella di non lasciarsi sopraffare dalla costante incertezza in cui stiamo vivendo le nostre vite, dall’ansia continua sulle conseguenze imprevedibili che potrebbe avere su di noi la malattia, inclusi l’isolamento sociale e il futuro economico per le nostre famiglie. E’ indubbio che, grazie anche al “bombardamento” quotidiano di aggiornamenti sulla pandemia e delle relative misure governative per contrastarla, veniamo spinti a cercare più volte al giorno questo tipo di informazioni. E’ soprattutto la nostra salute mentale che va preservata e per questo occorre cercare i migliori elementi della natura umana che possono prevalere anche in momenti di paura e incertezza come quelli attuali. Le buone notizie su “chi ce l’ha fatta” anche se ormai molto a rischio, come le persone anziane con condizioni salute già precarie, sono tra questi elementi. Ne riportiamo giusto un paio per questa volta, ma ci torneremo presto.
Quella che si vede nell’immagine qui sotto è la donna più anziana d’Europa ed ha festeggiato il suo 117esimo compleanno pochi giorni fa dopo aver sconfitto il Covid- 19 . Si chiama Lucile Randon e da suora ha preso il nome di André. Essendo nata nel 1904, ha vissuto sia la prima che la seconda guerra mondiale a seguito della quale ha scelto di entrare in convento. E’ risultata positiva al coronavirus il 16 gennaio scorso nel luogo dove vive, la casa di riposo di Sainte-Catherine Labouré, vicino a Tolone: casa di riposo nella quale, negli stessi giorni, 81 degli 88 residenti sono risultati positivi al coronavirus (dieci dei quali sono morti). Suor André è cieca e vive su una sedia a rotelle, si è molto preoccupata degli altri ospiti, ma non ha mai avuto paura della malattia. Si è solo lamentata della solitudine alla quale è stata costretta dall’isolamento sanitario. A chi gli ha chiesto quali sono le ragioni della sua longevità, ha risposto che solo Dio lo sa.
Il capitano Tom Moore, veterano della seconda guerra mondiale nell’esercito britannico, alla reverenda età di 99 anni si è messo a raccogliere soldi per il Servizio Sanitario Nazionale. Con l’obiettivo di raggiungere la somma di mille sterline e malgrado le sue difficoltà motorie, ha compiuto 100 giri nel giardino della sua casa nel Bedfordshire: di sterline poi ne sono arrivate 18mila e quindi, in vista del suo 100° compleanno ha continuato a fare i suoi giri con le medaglie appuntate sulla giacca, per dare ancora più soldi quel Servizio Sanitario Nazionale (è arrivato a 32mila sterline) quegli ospedali e quel personale sanitario che gli avevano già curato un tumore e sostituito un’anca con una protesi. E’ morto lo scorso 2 febbraio, non sappiamo se in serenità, ma sicuramente con la certezza di aver fatto nella sua vita, quanto di meglio poteva fare, senza ansia e senza paura.
Leggi anche su questo sito:
Antivirali naturali contro il Covid 19 e contro i cambiamenti climatici