Negli anni ’70, un surfista di nome Geoff Lawton scoprì, per caso, una foresta alimentare nel deserto marocchino (villaggio di Inraren), che si pensava avesse 2000 anni. Se ci sono stati dei raccolti da prima di Cristo, come credono gli esperti, questo significa che si tratta di uno dei più antichi sistemi di agricoltura sostenibile del mondo.
L’antica foresta alimentare, alimentata da profonde sorgenti sotterranee, è coltivata da circa 800 persone; ha una grande quantità di palme da dattero e di piante di olive, fichi, banane, agrumi, melograni, mele cotogne, uva, guaiava, gelsi, carrubi, tamarindo e persino un orto di erbe aromatiche. Altre vecchie foreste alimentari sono state trovate anche in Nepal, Zambia, Zimbabwe, Vietnam, Sri Lanka e Indonesia, oltre che in Messico, dove sono conosciuti come “frutteti di famiglia”.
Il botanico e filosofo giapponese, Masanobu Fukuoka, è stato il pioniere della agricoltura naturale. Attraverso la sua ricerca e la sua sperimentazione, l’osservazione e la copia della natura, ha creato una foresta alimentare negli anni ’40, coprendo almeno 10 acri (circa 4 ettari) nel clima subtropicale umido del Giappone. È morto nel 2008 all’età di 95 anni, ma i suoi figli e nipoti mantengono in produzione l’area. Gli agrumi e i ginkgo sono fiorenti, e negli anni sono stati aggiunti mango, avocado e feijoa. I funghi shitake, che vengono utilizzati nella tradizione alimentare giapponese per le loro proprietà antitumorali, vengono coltivati su tronchi nel sottobosco insieme a verdure selvatiche.
L’orticoltore Robert Hart (1913-2000) è stato un pioniere inglese del giardinaggio forestale nelle zone temperate. Negli anni ’80 ha sviluppato dal suo piccolo frutteto la prima foresta alimentare a clima temperato, in Inghilterra. Con l’osservazione, l’esplorazione e seguendo gli antichi principi della foresta alimentare, ha copiato la natura creando sette distinti “piani” di coltivazione che ha realizzato come una sorta di baldacchino a partire da uno strato di alberi da frutta maturi che ricopriva altri alberi da frutta a crescita più bassa e gli arbusti; questi a loro volta ricoprivano verdure perenni, erbe aromatiche e la copertura del terreno con le piante commestibili, per esempio il timo, l’origano e menta. Una dimensione riguardava anche il sottosuolo dove venivano coltivate piante per ottenere radici e tuberi, così come una dimensione verticale di viti e rampicanti, per la produzione di uva e kiwi .
Ispirato da una visita alla foresta alimentare di Robert Hart, Geoff Lawton ha iniziato a viaggiare e a trovare foreste alimentari in tutto il mondo, per poi tornare a Inraren in Morocco per un’indagine più approfondita su come funziona la foresta che aveva trovato in precedenza, prima di fondare il Permaculture Research Institute. Poi ha continuato a creare una foresta alimentare in una zona desertica anche in Giordania, copiando ciò che aveva scoperto nel deserto marocchino. Nel giro di soli 10 anni, la foresta era diventata fiorente di vita selvaggia pur se in mezzo alla polvere e alla sabbia. È chiaro quindi che le foreste potrebbero dare un grande contributo per affrontare il problema dell’erosione del suolo creato dalle moderne pratiche agricole, oltre ad arricchire il suolo.
Durante il suo discorso del 2019, Maria Helena Semedo, vice direttore generale della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ha riferito: “L’equivalente di un campo da calcio di terra a livello globale viene eroso ogni cinque secondi. Il pianeta è su un percorso che potrebbe portare al degrado di oltre il 90% di tutto il suolo terrestre entro il 2050”.
Nei Paesi di tutto il mondo inoltre, il concetto di foresta alimentare ha ispirato e sta ispirando progetti comunitari. La prima foresta alimentare comunitaria contemporanea è stata creata nel 1997 ad Asheville, N.C., nei Stati Uniti d’America, ma è stato solo nel 2012, quando è nata la Beacon Hill Food Forest di Seattle (USA), che l’idea delle foreste alimentari comunitarie ha cominciato a diffondersi avendo ricevuto questa iniziativa molta attenzione da parte dei media. Dopo aver ottenuto il permesso di convertire un parco pubblico di sette acri in una piccola foresta alimentare, le persone sono state riunite per coltivare e condividere il cibo, per imparare gli uni dagli altri e per conoscere i loro vicini; è gestito da volontari, e ora offrono un programma di stage per veterani. Dopo questo progetto, le foreste alimentari hanno iniziato a comparire anche in molti altri luoghi: Urban Food Forest, Pretoria, South Africa per esempio, o All Nations Food Forest, il primo progetto di foresta alimentare comunitario costruito dal consiglio comunale di Melbourne, Australia.
Le foreste alimentari, quindi, non solo affrontano grandi problemi globali come la perdita di biodiversità, l’insicurezza alimentare, il consumo non sostenibile e i sistemi di produzione, ma riuniscono anche le comunità, con vantaggi sociali ed economici. Sono un altro esempio, come già sta avvenendo con gli orti sociali e l’allevamento delle api, di come la natura può educarci ed esserci d’aiuto per cambiare il volto delle nostre città, recuperando le aree abbandonate e degradate esistenti soprattutto nelle periferie.
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