Mandare a scuola i bambini con un “bus” costituito da un carro trainato da un cavallo. Rifornire la mensa scolastica con una azienda comunale di 8 ettari per servire ogni giorno pasti biologici al 100%, inclusi gli spuntini, con prodotti quasi tutti locali (con l’azienda agricola affidata ad una cooperativa sociale). Vietare completamente l’uso dei pesticidi ed erbicidi in aree pubbliche. Diventare una città dove l’unico commercio consentito è quello equo e solidale. Organizzare una campagna informativa per la chiusura della vicina centrale nucleare e creare un forum di cittadini per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Emettere una moneta locale chiamata “ravanello”. Realizzare una mappatura della biodiversità del proprio territorio. Ri-naturalizzare una vecchia discarica di rifiuti minerari ed installarci sopra un impianto fotovoltaico elettrico che nel 2021 renderà elettricamente autosufficiente il paese. Installare un impianto fotovoltaico energetico di 120 metri quadrati per riscaldare la piscina comunale. Installare una centrale termica a biomassa legnosa che riscalda anche le abitazioni adiacenti alla piscina. Cambiare tutte le lampadine dell’illuminazione pubblica, riducendo del 40% il consumo di energia elettrica e spegnere alcuni lampioni dopo mezzanotte. Mappare tutti gli edifici pubblici per controllare il loro consumo energetico. Rendere disponibile un terreno di proprietà comunale per un progetto di co-housing ecologico con 9 appartamenti. Sostituire tutti i prodotti per la pulizia negli edifici pubblici con prodotti biodegradabili. Avviare un laboratorio per produrre conserve alimentari e marmellate con prodotti locali.
Introdurre maggiore partecipazione dei cittadini alla vita democratica.
Il tutto deciso dopo la consultazione dei cittadini, senza mai aumentare le tasse, riducendo l’emissione in atmosfera di 600 tonnellate di CO2 all’anno e con la creazione di 130 posti di lavoro. Stiamo parlando del paese dei balocchi?
No. E’ tutto quello che ha già fatto Jean-Claude Mensch, il Sindaco di Ungersheim, una piccola cittadina di 2.177 abitanti che si trova nell’Alsazia, in Francia, vicino ai confini con la Germania e la Svizzera. Mensch, un credente di 74 anni da sempre impegnato nel volontariato e padre di quattro figli, è stato rieletto alla carica di primo cittadino per la sesta volta consecutiva lo scorso 15 marzo con quasi il 70% dei voti. E’ Sindaco da oltre trenta anni e ancora oggi (per sua scelta) riceve un sussidio di 1.200 euro mensili al pari dei suoi vice, viaggia il più possibile a piedi e in bicicletta e passa almeno un’ora al giorno a lavorare nel suo orto. E’ iniziato tutto nel 1999, quando fu necessario sostituire il vecchio e costoso impianto di riscaldamento ad energia elettrica della piscina comunale. L’edificio è stato ricoperto di pannelli solari e per adottare quella soluzione innovativa è stata istituita una commissione aperta agli abitanti che desiderano partecipare. Poi non si sono fermati più.
Nel 2011 il Sindaco aveva sentito parlare per la prima volta delle “Città di Transizione” quando ha ospitato una visita di un’organizzazione denominata l’Assemblea Generale dei Cittadini del Mondo. Ne ha poi condiviso in pieno la visione per un modello economico che lui stesso ha definito “diverso, inclusivo e fraterno.” E cosi è stato.
Quelli su esposti sono tutti progetti già realizzati e per questo Ungersheim è entrata a pieno titolo nell’elenco delle “Città della Transizione”. È una storia che ha attratto l’attenzione nazionale e internazionale, oltre a ispirare molte comunità vicine per avviare altre iniziative simili. Nel 2016, l’audacia di questo Comune pioniere dell’economia ecologica in Francia è stata oggetto persino di un documentario perché questi progetti funzionano davvero
L’impianto fotovoltaico ad esempio produce 5,3 megawattora ed è il più grande realizzato nell’Alsazia. Nell’azienda agricola biologica inoltre (chiamata Jardins de Cocagne – Giardini della Cuccagna), di proprietà comunale e che svolge anche attività di giardinaggio, lavorano soprattutto giovani disoccupati, si producono 64 varietà di verdure e 250 cassette di ortaggi alla settimana, che vengono vendute alle famiglie locali. All’azienda viene restituita la sostanza organica derivante dalla raccolta differenziata dei rifiuti, chiudendo cosi il cerchio della filiera corta. L’edificio in co-housing infine, costruito dal Comune, è stato realizzato utilizzando legname, paglia e argilla locale. Ovviamente non è stato facile raggiungere questi risultati, ma attraverso i risparmi ottenuti soprattutto con l’utilizzo delle fonti rinnovabili, l’amministrazione comunale ha raggiunto un equilibrio fiscale che ha permesso la realizzazione progressiva di altri interventi, stabilendo anche solidi legami tra gli abitanti attraverso un ritrovato benessere. Tutti i progetti infatti hanno avuto un forte coinvolgimento degli abitanti, soprattutto nei giovani che ora stanno diventando paladini della transizione all’economia ecologica. La caratteristica chiave dei progetti è che sono tutti replicabili ovunque e le soluzioni adattabili ad ogni esigenza. In sostanza si può dire che la piccola cittadina alsaziana è diventata a tutti gli effetti il luogo magico dove il futuro si è già realizzato.
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